La tutela della lavoratrice in gravidanza

Cosa succede nel caso in cui un datore di lavoro licenzi una lavoratrice in stato di gravidanza?

25 OTT 2017 · Tempo di lettura: min.
La tutela della lavoratrice in gravidanza

Il divieto di licenziamento riguarda anche il caso in cui il datore di lavoro non sia a conoscenza dello stato di gravidanza della lavoratrice.

Quando una lavoratrice scopre di essere incinta deve sapere che la legge la tutela contro un eventuale licenziamento da parte del datore di lavoro. Una lavoratrice, infatti, non può essere licenziata dall'inizio della gravidanza fino all'anno successivo della nascita del figlio. Questa tutela si estende anche al padre che usufruisce del permesso di 3 mesi quando nasce il bambino, ad esempio in mancanza o gravi problemi della madre. Fra le principali leggi di riferimento rispetto al divieto di licenziamento della lavoratrice in gravidanza troviamo:

  • articoli 3 e 37 della Costituzione Italiana;
  • legge 30 dicembre 1971, n. 1204;
  • decreto legislativo n.151 del 26 marzo 2001: "Testo unico disposizioni in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità";

La lavoratrice incinta è tutelata dal licenziamento anche se il datore di lavoro non è a conoscenza dello stato di gravidanza della donna. Lo stato di gravidanza di per sé, infatti, non dà efficacia al licenziamento. Questa ulteriore tutela è stata confermata più volte, ad esempio dalla sentenza n. 5749 del 3 marzo 2008 della Corte di Cassazione:

«Il licenziamento intimato alla lavoratrice in stato di gravidanza, anche nel caso di inconsapevolezza del datore di lavo - non avendo questi ricevuto un certificato medico attestante la situazione personale della dipendente - costituisce un recesso "contra legem"».

Nel 1963, è stata emanata un'altra legge, la n. 7 sul "Divieto di licenziamento delle lavoratrici per causa di matrimonio", per evitare che i datori di lavoro possano licenziare prima o dopo del matrimonio, periodo in cui ci sono maggiori possibilità che la donna possa restare incinta. Per questo il divieto di licenziamento si estende anche dalla richiesta delle pubblicazioni di matrimonio fino ad un anno dopo la celebrazione.

Cosa succede nel caso in cui un datore di lavoro licenzia una lavoratrice in stato di gravidanza?

Secondo la legge il licenziamento è illegittimo. Secondo quanto riportato ulteriormente dalla sentenza 475 della Corte di Cassazione dell'11 gennaio 2017: "il licenziamento intimato alla lavoratrice dall'inizio del periodo di gestazione sino al compimento di un anno di età del bambino è nullo ed improduttivo di effetti ai sensi dell'art. 2 della legge 1204/71; per la qual cosa il rapporto deve ritenersi giuridicamente pendente ed il datore di lavoro inadempiente va condannato a riammettere la lavoratrice in servizio ed a pagarle tutti i danni derivanti dall'inadempimento in ragione del mancato guadagno".

Quando è possibile il licenziamento?

Pur con tutte le tutele previste dalla legge, il datore di lavoro ha la possibilità di licenziare una lavoratrice in stato di gravidanza nei seguenti casi:

  • colpa grave: se la lavoratrice, pur in stato di gravidanza, mette in atto un comportamento che causa colpa grave, ad esempio filtrando notizie confidenziali dell'impresa, e quindi può essere licenziata per giusta causa. Sarà però il datore di lavoro a provare la legittimità dei motivi del licenziamento:
  • cessazione dell'attività dell'azienda in cui la donna lavora;
  • ultimazione delle prestazioni per le quali la lavoratrice è stata assunta o di risoluzione del rapporto di lavoro per scadenza del termine (ad esempio in caso di contratto a tempo determinato).

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