Un dipendente può essere licenziato se è in malattia?

Spieghiamo quando un lavoratore può essere licenziato sebbene in malattia: esistono varie casistiche per cui un dipendente può essere licenziato durante la malattia.

29 NOV 2021 · Tempo di lettura: min.
Un dipendente può essere licenziato se è in malattia?

In generale non si può licenziare un dipendente in malattia. Ci sono però dei casi in cui, purtroppo, è lecito licenziare un dipendente per ragioni legate al periodo di malattia o per ragioni esterne che, però avvengono durante il periodo di malattia.

Vi elenchiamo, in questo articolo, i vari tipi di licenziamenti che possono essere relazionati alla malattia.

Licenziamento per superazione del periodo di comporto

Innanzitutto, che cos’è il periodo di comporto? Il periodo di comporto è il tempo massimo concesso al dipendente in malattia per non essere licenziato

In altre parole, quindi, è il massimo numero di giorni di assenza che sono accettati prima che possa scattare il licenziamento.

Attenzione: il licenziamento, in questo caso, non è obbligatorio. È il datore o la datrice di lavoro che può scegliere se licenziare o meno il dipendente.

Pertanto, se il lavoratore non eccede nei giorni di malattia e non supera il periodo di comporto, ha diritto di riprendere le proprie mansioni quando finalmente sarà guarito.

Se invece la malattia supera questo periodo (anche se ciò dipenda da complicazioni, aggravamenti della malattia stessa o dal decorso naturale della patalogia) il datore o datrice di lavoro ha la possibilità di poter risolvere definitivamente il contratto di lavoro senza, purtroppo, obbligo di ulteriori motivazioni.

Il lavoratore può evitare il licenziamento, in questo caso, prendendo dei giorni di ferie ed evitando, quindi, di superare il periodo di comporto.

Si può licenziare il lavoratore se supera il periodo di comporto per un infortunio sul posto di lavoro?

Nel caso in cui il dipendente sia stato vittima di un infortunio sul posto di lavoro per una mancata adozione delle misure di sicurezza sul lavoro da parte del datore o datrice di lavoro, le conseguenze saranno differenti.

Difatti, se il lavoratore si infortuna per causa dell’azienda ha tutto il diritto di conservare il proprio posto di lavoro anche oltre il periodo di comporto. Potrà quindi rimanere a casa fino a quando non sarà avvenuta la guarigione completa.

Come posso calcolare il periodo di comporto?

Il periodo di comporto sarà in base a quanto previsto dai contratti collettivi e si deve calcolare in base all’anno di calendario (e quindi dal primo gennaio al 31 dicembre di ogni anno) o all’anno solare (ossia un periodo di 365 giorni dal giorno in cui è avvenuto il primo episodio morboso o dall’inizio della malattia).

Il periodo del comporto è fissata dalla legge e può essere di 3 mesi se l’anzianità di servizio non supera i 10 anni o di 6 mesi quando invece l’anzianità di servizio supera i 10 anni.

Altra storia, invece, è per gli operai: la durata del periodo di comporto è stabilita dal contratto collettivo

Licenziamento di un dipendente in malattia per motivi disciplinari

Si può licenziare un dipendente quando questo, sebbene sia in malattia, abbia violato il contratto di lavoro o la legge prima del periodo di comporto.

Il lavoratore può richiedere la malattia pensando che, quindi, il datore di lavoro non lo possa licenziare perché non presente sul posto di lavoro: al contrario, il datore o datrice di lavoro può licenziare il dipendente anche se quest’ultimo non è presente a lavoro perché in malattia.

In questo caso, infatti, stiamo parlando di un licenziamento disciplinare inflitto al lavoratore nonostante la sua assenza.

Il licenziamento disciplinare, difatti, può dipendere dal fatto che il datore di lavoro si accorga di un illecito solo posteriormente, per condotte inappropriate che il dipendente ha avuto nel periodo previo alla malattia.

Il licenziamento disciplinare può essere per giusta causa (ossia quando la condotta del lavoratore è così grave da interrompere il contratto di lavoro senza nessun tipo di preavviso) o per giustificato motivo soggettivo (quando la condotta del lavoratore tradisce definitivamente la fiducia del datore o della datrice di lavoro e consente, quindi, la prosecuzione temporanea del rapporto di lavoro).

Licenziamento di un dipendente in malattia per motivi disciplinari avvenuti dopo la malattia

Si può anche provocare una condotta inappropriata del lavoratore durante i giorni di malattia, che può indurre, di nuovo, a un licenziamento disciplinare.

Queste possono essere le cause:

  • Il lavoratore si finge malato e presenta un falso certificato medico.
  • Il lavoratore si rende irreperibile alle visite fiscali.
  • Il lavoratore pregiudica la sua guarigione compiendo azioni che possono aggravare o rallentare il decorso della malattia.
  • Il lavoratore compie un secondo lavoro durante il suo periodo di malattia.
  • Il lavoratore compie attività pregiudizievoli per l’azienda durante il periodo di malattia (ad esempio, pubblica post sui social che sono contro il datore di lavoro o contro l’impresa).

Licenziamento per riorganizzazione o per crisi

Se l’azienda ha intenzione, per ragioni logistiche, di riorganizzare l’ufficio o se deve fare dei tagli economici nell’impresa per ragioni di crisi, può licenziare i propri dipendenti per giustificato motivo oggettivo.

Questo licenziamento può avvenire anche quando un dipendente stia facendo il periodo di malattia.

È importante però ricordare che il datore o la datrice di lavoro è obbligato a verificare, prima di applicare qualsiasi licenziamento, se il lavoratore può essere adibito ad altre mansioni compatibili con le sue competenze e con la sua formazione.

Come possiamo aiutarti?

Da alcune settimane StudiLegali sta offrendo dei pacchetti legali a prezzo chiuso in tante materie legali diverse: come funziona?

Nel nostro portale puoi trovare la pagina dedicata ai pacchetti legali in cui potrai trovare il servizio che più ti interessa. In questo caso dovrai recarti alla sezione di Lavoro, selezionare il pacchetto ed acquistarlo con un semplice click, senza costi aggiuntivi!

avvocati
Linkedin
Scritto da

StudiLegali.com

Lascia un commento

ultimi articoli su diritto del lavoro