Come e quando richiedere il riscatto della pensione

Quando e come è possibile riscattare dei periodi lavorativi in cui, in passato, non erano stati versati i contributi e come far diventare questi periodi utili ai fini pensionistici.

11 AGO 2021 · Tempo di lettura: min.
Come e quando richiedere il riscatto della pensione

Cosa cos’è il riscatto della pensione?

Stiamo parlando di quei periodi che possono essere riscattati e farli diventare utili per fini pensionistici, nonostante in quel momento i contributi non siano stati versati.

Questi contributi vengono accreditati concedendo al lavoratore o al pensionato di coprire dei periodi che erano, previamente, privi di contribuzione.

La ragione per cui i contributi non erano stati precendentemente versati possono essere molteplici: poteva esserci omissione nel versamento al’Inps dei contributi obbligatori e forse non potevano essere recuperati se non attraverso la prescrizione di legge; un’altra ragione potrebbe essere che non vi era l’obbligo del versamente contributivo (come vedremo di seguito in alcuni esempi) ed, infine, perché posteriormente erano state introdotte particolati disposizioni legislative.

I contributi non versati

Si possono riscattare periodi di lavoro non coperti dai contributi (omessi) o per cui non sussiste più l’obbligo assicurativo (prescritto) se questi contributi restano non versati dal datore di lavoro per l’attività lavorativa subordinata, dal titolare di un’impresa artigiana o commerciale per i coadiuvanti, dal titolare di un nucleo coltivatore diretto o dagli iscritti alla gestione separata che non siano, peró, titolari all’obbligo contributivo (circolare 101/2010).

Quali sono i periodi scoperti di contribuzione da cui possono essere riscattati i contributi?

Come accennato precendemente, esistono determinati periodi scoperti di contribuzione da cui possono essere riscattati i contributi a fini pensionistici.

Questi periodi sono:

  • Il corso di laurea (triennale, magistrale, o anche quelle precendenti al nuovo ordinamento), master e dottorati.
  • L’attività lavorativa svolta all’estero in Paesi che non sono convenzionati.
  • L’astensione facoltativa per maternità, al di fuori del rapporto di lavoro.
  • Gli anni di praticantato che sono stati effettuati dai Promotori finanziari.
  • Il lavoro svolto con contratto di collaborazione coordinata e continuativa per i periodi antecedenti al giorno 1/04/1996.
  • I periodi non lavorativi per cui non si hanno avuto i contributi previsti dalla legge e successivi al 31/12/1996.
  • I periodi di lavoro con contratto part time.
  • I periodi di lavoro socialmente utile con copertura delle settimane utili per il calcolo della misura delle pensioni.
  • Altri periodi specifici previsti dalla legge.

Quali sono i periodi che, invece, possono essere riscattati dai dipendenti pubblici?

Per i dipendenti pubblici, inoltre, vi sono altri periodi per cui si può chiedere il riscatto dei contributi. Li elenchiamo:

  • I periodi di servizi statali non di ruolo ai quali non sono stati versati i contributi.
  • I periodi di servizio presso le scuole legamente riconosciute.
  • Periodo in cui si è svolto un servizio come assistente volotario presso delle università o altri istituti superiori.
  • Periodi in cui si è svolto un servizio di lettore di lingua presso le università straniere.
  • Periodi in cui è stata svolta una pratica professionale ed anche periodi di iscrizione agli albi professionali.
  • Periodi in cui si è svolta la mansione di vicepretore (con una durata minima di 6 mesi).
  • Periodi di decorrenza economica.

Come posso presentare la domanda?

Si può presentare la domanda alle sede Inps nel tuo territorio di residenza, consegnando la documentazione richiesta.

In alternativa, dove previsto, si può presentare la domanda in via diretta anche al sito internet dell’Inps.

Chi può presentare la domanda del riscatto dei contributi?

Possono presentare la domanda tutti quei cittadini che applicano alle norme che regolano i riscatti: i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, gli iscritti alle gestioni dei lavoratori autonomi, quelli iscritti alla gestione separata dei lavoratori parasubordinati e, infine, quelli iscritti ai fondi speciali dell’Inps.

Inoltre, è importante ricordare che anche i superstiti del lavoratore o del pensionato deceduto possono presentare la richiesta.

Si paga? Se sì, quanto?

Il riscatto dei contributi è a pagamento: l’importo viene notificato proprio dall’inps con il provvedimento di accoglimento della domanda.

In questo provvedimento, infatti, sono indicate le modalità e i termini per effettuare il versamento.

La quantità del versamento dipenderà da persona a persona.

Come posso pagare?

Il pagamento si effettua attraverso i bollettini MAV inviati dall’Inps con il provvedimento di accoglimento. Questi bollettini possono essere pagati agli sportelli bancari senza dei costi aggiuntivi o, in alternativa, presso gli sportelli postali (in questo caso, però, c’è la commissione postale vigente).

Inoltre, esistono anche altre tre modalità di pagamento: o attraverso il circuito Reti Amiche o attraverso il sito stesso dell’Inps.

È possibile recuperare e stampare i bollettini da qui.

Quando bisogna pagare?

Si dovrà pagare l’importo dichiarato dall’inps entro 60 giorni dalla ricezione del provvedimento. Inoltre (buona notizia) si può pagare anche in forma rateale.

C’è però da sottolineare che il mancato pagamento dell’importo totale o il versamento della prima rata sarà considerato come una rinuncia alla domanda.

Naturalmente, in questo caso, si potrà presentare una nuova domanda di riscatto offrendo gli stessi motivi per gli stessi periodi. In quel caso verrà rideterminato l’importo del pagamento alla data della nuova richiesta.

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