Ci si può opporre alla decisione del coniuge di separarsi? No, separarsi è un diritto.

Ci si può opporre alla decisione del coniuge di separasi? No, poiché si tratta di un diritto definito "personalissimo", quindi intangibile.

23 OTT 2017 · Tempo di lettura: min.
Ci si può opporre alla decisione del coniuge di separarsi? No, separarsi è un diritto.

Nella prassi può accadere che i coniugi, pur in presenza di una crisi familiare, non siano entrambi d'accordo sul procedere con la separazione.

Il nostro ordinamento, tuttavia, riconoscendo che il diritto di separarsi appartiene al novero dei diritti soggettivi che realizzano la personalità dell'individuo, cioè ai cosiddetti diritti "personalissimi", non prevede la possibilità di opporsi alla separazione richiesta anche da uno solo dei coniug indipendentemente dai motivi sottesi a tale richiesta.

In questi casi, il coniuge determinato a separarsi dovrà instaurare una separazione cd. giudiziale mediante l'ausilio di un avvocato e a notificare all'altro il ricorso introduttivo. Sarà poi facoltà di quest'ultimo costituirsi in giudizio e formulare le proprie richieste unicamente per quanto concerne le vere e proprie condizioni della separazione: non in ordine all'opportunità o meno di giungere a separarsi.

Una separazione intrapresa per via giudiziale potrebbe, comunque, tramutarsi in consensuale laddove i coniugi dovessero addivenire ad un accordo in corso di causa. Se ciò non accadesse, in assenza di una volontà concorde, sarà il Giudice adito a procedere con la determinazione delle condizioni della separazione e a sancirle con sentenza secondo il proprio potere decisorio. È bene chiarire che, nell'ipotesi in cui il coniuge decidesse di non comparire in giudizio, il processo seguirebbe comunque il suo corso e la decisione verrebbe emessa in sua assenza.

Diversamente da quanto accade con la separazione consensuale - che consente alle parti di contenere tempi e costi riducendosi ad una sola udienza davanti al Presidente del Tribunale, eventualmente senza l'assistenza di avvocati - con la separazione giudiziale, trattandosi di una vera e propria causa, i coniugi si trovano esposti ad esborsi considerevoli, nella consapevolezza che non vi sia un termine certo entro cui il Giudicante assumerà la propria decisione.

La normativa più recente ha introdotto delle modalità veramente celeri per giungere alla separazione, essendo appunto possibile (oltre alla separazione consensuale):

  1. raggiungere un accordo e sottoporlo all'approvazione del Sindaco del Comune competente senza l'ausilio di avvocati, a condizione che non ci siano figli minori e/o non economicamente autosufficienti e che non ci siano accordi relativi al trasferimento di beni immobili;
  2. ricorrere alla cosiddetta procedura denominata "negoziazione assistita", che pur non prevedendo udienze in Tribunale, richiede ugualmente l'assistenza di avvocati (è necessario un avvocato per parte); gli avvocati avranno il compito di aiutare i coniugi a trovare un accordo di separazione che, una volta raggiunto, sarà portato all'attenzione della Procura della Repubblica competente, per l'autorizzazione/nulla osta richiesti dalla Legge. Tale procedura si conclude, generalmente, nel volgere di un paio di settimane.
Scritto da

Avv. Alessandra Tronconi

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