Separazione: se il minore preferisce vivere con l’altro genitore

Durante la separazione, il giudice si pronuncia anche sul tema del collocamento.

16 NOV 2018 · Tempo di lettura: min.
Separazione: se il minore preferisce vivere con l’altro genitore

Il minore può richiedere al giudice di andare a vivere con l’altro genitore, se lo desidera.

Separazioni e divorzi sono processi difficili da vivere. Diventano ancora più complessi se i coniugi hanno figli in comune. Negli ultimi anni, si tende a dare precedenza al cosiddetto “affidamento condiviso”, rispetto all’affidamento esclusivo. In questo modo, i figli hanno maggiori probabilità di vivere un’infanzia equilibrata e in presenza di entrambi i genitori che prendono congiuntamente le decisioni che interessano il minore. L’affidamento esclusivo, invece, viene scelto solamente se quello condiviso rischierebbe di ledere gli interessi del minore stesso.

Oltre al tema dell’affidamento, durante la separazione, il giudice si pronuncia anche sul tema del cosiddetto "collocamento", ossia stabilisce con quale genitore dovrà convivere il minore. Esistono tre tipi di collocamento: prevalente quando il minore risiede prevalentemente in casa di uno dei due ex coniugi; turnario nel caso in cui il figlio dovrà risiedere alternativamente in casa di uno e poi dell’altro genitore; invariato quando il minore vive stabilmente in una casa e sono i genitori ad alternarsi nell’abitazione. Solitamente, la prima opzione è quella più comune.

Cosa succede nel caso in cui il figlio non voglia più vivere con il genitore con cui risiede?

Solitamente, la giurisprudenza italiana tende a seguire le necessità del figlio, sempre che mostri di avere capacità di discernimento, seppur minore d’età. Tuttavia, questo cambiamento di residenza dev’essere confermato da un giudice, in quanto vengono modificate le decisioni prese durante la fase di separazione, di affidamento e di collocamento dei figli.

Su questo tema, si è espresso il Tribunale di Roma con la sentenza del 16 maggio 2017. Durante l’audizione dei figli minori, i giudici hanno potuto constatare l’elevata conflittualità manifestata dalle parti, in quanto i minori presentavano un grave disagio e rapporti problematici con la madre. I giudici hanno deciso, di conseguenza, di cambiare la collocazione prevalente dei minori e di spostarla presso l’abitazione del padre, avendo considerato il desiderio espresso unanimamente dagli stessi figli.

Secondo le ultime sentenze dei tribunali italiani, infatti, il parere dei minori, in tema di collocamento, è di fondamentale importanza, soprattutto a partire dei 12 anni. In realtà, in molti casi, se il minore in questione viene considerato già maturo e in possesso di capacità di discernimento, potrà essere ascoltato anche a un’età inferiore.

Questo diritto non riguarda solamente il momento in cui, durante la separazione, il giudice ha il compito di prendere una decisione sul collocamento dei figli dei genitori separati. Il minorenne, infatti, può essere ascoltato anche in seguito, se il figlio vuole andare a vivere con l’altro genitore rispetto a quello assegnato inizialmente.

Il minore, dunque, ha il diritto di scegliere con quale genitore stare, ad esempio se non ha un buon rapporto con il genitore con cui vive. Il valore delle dichiarazione dei figli è vincolante, anche se il giudice avrà il compito di verificare se la richiesta del bambino non è stata pilotata da uno degli ex coniugi.

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