Differenze tra affidamento esclusivo e condiviso dei figli

Attraverso l'affidamento viene deciso in che modo viene ripartita la responsabilità genitoriale.

7 GEN 2016 · Ultima modifica: 14 GEN 2021 · Tempo di lettura: min.
Differenze tra affidamento esclusivo e condiviso dei figli

In caso di separazione dei coniugi, il giudice decide in merito all'affidamento dei figli che potrà essere esclusivo o condiviso.

Cosa s'intende per affidamento?

In caso di non-convivenza dei genitori, ad esempio in caso di separazione, il giudice decide a quale dei due coniugi affidare i figli. Attraverso l'affidamento, quindi, viene deciso in che modo viene ripartita la responsabilità genitoriale. Nonostante questa decisione, però, i doveri di entrambi i genitori non vengono meno. Con l'introduzione del d.lgs. 154/2013 è inoltre obbligatorio eseguire l'ascolto del minore attraverso cui è possibile prendere una migliore decisione sull'affidamento.

Le differenze

Esistono essenzialmente due tipi di affidamento dei figli: esclusivo e condiviso. L'affidamento esclusivo consiste nell'affidare i figli a uno dei due genitori. In questo caso l'altro coniuge, a seconda della situazione, può vedere il figlio ma le principali decisioni vengono prese dal genitore affidatario, anche se è preferibile che l'altro non venga completamente escluso. Attualmente questo tipo di affidamento viene scelto solo nel caso in cui l'affidamento condiviso possa ledere l'interesse del minore. La scelta dell'affidamento esclusivo, dunque, rimane un'opzione praticamente residuale.

La questione dell’affidamento è molto delicata, perché fa riferimento alla necessità e al diritto del figlio di mantenere rapporti significativi con entrambi i genitori e i loro parenti, in modo sano ed equilibrato: una condizione necessaria per la sua crescita e il suo sano sviluppo relazionale, nonostante lo sconquasso spesso causato dalla separazione dei genitori.

 

L’affidamento è ovviamente una questione giuridica. Sotto questo punto di vista, il legislatore italiano vede con favore il principio della bi-genitorialità, introdotto dalla legge 54/2006: questa legge dispone appunto che in linea di principio il bambino deve mantenere un rapporto con entrambi i genitori, quindi l’affidamento normalmente è quello condiviso, per cui entrambi i genitori esercitano la potestà genitoriale sul figlio di modo che egli tendenzialmente possa mantenere un rapporto continuativo ed equilibrato, con cure, attenzioni e assistenza da parte di tutti e due i genitori.

In seguito alla Legge 54 dell'8 febbraio 2006 e al D.lgs n. 154 del 28 dicembre 2013 si tende a scegliere l'affidamento condiviso in modo che i figli possano avere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori e con i rispettivi parenti, secondo quanto sancisce l'articolo 155 del codice civile. L'affidamento condiviso consiste dunque nell'affidare il figlio a entrambi i genitori che dovranno prendere decisioni congiunte in merito all'educazione della prole.

Le decisioni prese in merito all'affidamento possono essere cambiate se mutano le circostanze e se sussistono motivazioni reali che ne giustifichino la modifica.

In quali è previsto l’affidamento esclusivo?

Vediamo nel dettaglio tutte le situazioni che prevedono l'affidamento esclusivo:

  1. Davanti a un genitore considerato inidoneo per eccesso di protezione tale da non consentire al bambino una vita serena in quanto sottoposto a continuo stress.
  2. Quando sia il bambino a non volere stare con uno dei due genitori.
  3. Se un genitore vada appositamente a manipolare psicologicamente il bambino per allontanarlo dall’altro genitore.
  4. Se vengono violate da parte di uno dei genitori le modalità di visita.
  5.  Se uno dei genitori è dipendente da alcool, ha convinzioni discriminatorie o ha subito condanne penali per reati gravi.
  6. Se uno dei due genitori è stato violento in presenza del figlio.
  7. Se il minore ha vissuto da subito con un genitore per allontanamento spontaneo dell’altro da più di due anni e abita in un altro comune.

L’affidamento nelle coppie di fatto

Le coppie di fatto, vale a dire coloro che non sono legate dal vincolo del matrimonio, sono sempre più numerose e si deve capire come vengono tutelati i figli in caso di separazione.

Attualmente in Italia non esistono leggi che disciplinano la separazione di conviventi, nonostante questo la legge non ha trascurato l’affidamento dei figli se si dovesse presentare questa situazione.

I figli naturali sono equiparati ai figli legittimi e godono degli stessi diritti e delle stesse tutele.

Di conseguenza i genitori non sposati che decidono di separarsi, in mancanza di un accordo privato tra loro, si potranno rivolgere con un’ordinanza al tribunale ordinario per gestire l’affidamento del minore.

Se vuoi ricevere maggiori informazioni su questo tema puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in affidamento.

avvocati
Linkedin
Scritto da

StudiLegali.com

Lascia un commento
1 Commenti
  • Anna doni

    Voglio togliergli il cognome, è un ubriacone violento.

ultimi articoli su diritto di famiglia