È legale accedere senza permesso al cellulare del tuo partner?

Se il nostro telefono cade nelle mani sbagliate, qualcun altro può avere accesso a tutti i nostri dati, messaggi e chiamate.

23 AGO 2018 · Tempo di lettura: min.
È legale accedere senza permesso al cellulare del tuo partner?

Quali sono le conseguenze per chi spia il telefono del proprio partner?

Internet ci permette di comunicare con persone di tutte le parti del mondo. In più, con l'avvento degli smartphone, abbiamo la possibilità di avere tutto a portata di mano, dalle app ai numeri di telefono. Tuttavia è un'arma a doppio taglio, in quanto se il nostro telefono cade nelle mani sbagliate, qualcun altro può avere accesso a tutti i nostri dati, messaggi e chiamate.

Ovviamente, se qualcuno accede al nostro cellulare sta violando la nostra privacy, anche se si tratta del nostro partner. Spiare email, chat e messaggi del partner, magari per scoprire un eventuale tradimento, infatti, è reato se non abbiamo dato il nostro permesso.

Innanzitutto, è bene ricordare che accedere al cellulare del partner (o di qualsiasi altra persona) senza il suo permesso può supporre una grave violazione della privacy. L'articolo 15 della Costituzione stabilisce che:

«La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge».

La corrispondenza, ovviamente, include anche le comunicazioni online, come mail o sms.

Con la sentenza n. 24297 della Corte di Cassazione del 10 giugno 2016, ad esempio, i giudici avevano condannato un ragazzo per aver strappato il cellulare alla sua ragazza con violenza, per controllare i suoi messaggi. Secondo gli ermellini, infatti, si trattava di un reato di rapina e, in più:

«Nel caso di specie la pretesa dell'agente di "perquisire" il telefono della ex fidanzata alla ricerca di messaggi - dal suo punto di vista - compromettenti, rappresenta il profitto conseguito e assume i caratteri dell'ingiustizia manifesta proprio perché, violando il diritto alla riservatezza, tende a comprimere la libertà di autodeterminazione della donna».

Nonostante ciò, una recente sentenza del Tribunale di Roma, la n. 6432/2016, ha trovato nel matrimonio la giustificazione per una minore tutela della privacy fra moglie e marito. Nel caso preso in considerazione, infatti, uno dei due partner aveva utilizzato gli sms trovati nel cellulare del coniuge come prova del tradimento e quindi della separazione.

Secondo il giudice, infatti, se il coniuge ha lasciato aperto il dispositivo, il partner può utilizzare i messaggi trovati sul cellulare per trovare le prove dell'infedeltà:

«È la stessa natura del vincolo matrimoniale che implica un affievolimento della sfera di riservatezza di ciascun coniuge, e la creazione di un ambito comune nel quale vie è una implicita manifestazione di consenso alla conoscenza di dati e comunicazione di natura anche personale».

Da non dimenticare, infine, le pene previste per l'utilizzo di quelle applicazioni che permettono di spiare il cellulare di altre persone a distanza. Secondo l'articolo 615-bis del codice penale, infatti:

«Chiunque, mediante l'uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell'articolo 614, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni».

Se vuoi ricevere maggiori informazioni sul tema, puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in tutela della privacy.

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