Italicum: come cambia la legge elettorale

Eliminato il ballottaggio, resta il premio di maggioranza.

2 FEB 2017 · Tempo di lettura: min.
Italicum: come cambia la legge elettorale

Cosa resta e cosa cambia dopo la sentenza della Corte Costituzionale?

Dopo la bocciatura parziale del cosiddetto "Porcellum", la precedente legge elettorale (legge 21 dicembre 2005, n. 270) con la sentenza 13 gennaio 2014, n. 1, la Corte Costituzionale ritorna a esprimersi su di una legge elettorale. Il cosiddetto "Italicum" (legge 6 maggio 2015, n. 52), infatti, è stato sottoposto al parere della Consulta dopo che i tribunali di Torino, Messina, Perugia, Genova e Trieste avevano sollevato questioni di costituzionalità sulla legge.

Cosa prevedeva l'Italicum?

La legge elettorale così com'era stata promossa dall'ex premier Matteo Renzi si rivolgeva solamente alle modalità di elezione della Camera dei Deputati giacché la riforma costituzionale bocciata dal referendum costituzionale del 4 novembre scorso prevedeva l'abolizione del Senato come camera elettiva. L'Italicum è stato approvato il 4 maggio 2015 ed è entrato in vigore il 1º luglio 2016. Dopo le critiche che giudicavano negativamente la legge per un'eccessiva concessione di potere all'esecutivo, alcuni tribunali hanno richiesto il parere della Corte Costituzionale.

Cosa ha deciso la Corte Costituzionale?

Secondo la Consulta, anche questa legge elettorale, come già successo con il Porcellum, è stata giudicata in parte incostituzionale. La Corte Costituzionale, dopo 8 ore di consultazione, ha comunicato i cambiamenti relativi alla legge, affermando che: "all'esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione". Questa legge, dunque, potrebbe essere già utilizzata per ritornare alle urne. Fra le questioni principali, è stato bocciato il ballottaggio e accettato il premio di maggioranza.

Ecco quali sono state le principali decisioni della Corte Costituzionale.

Ballottaggio

Scompare la parte dell'Italicum relativa al ballottaggio. Secondo la legge, infatti, se uno dei due partiti più votati non avesse raggiunto il 40% dei voti, due settimane dopo si sarebbe dovuta effettuare una seconda votazione per decidere, infine, la maggioranza della Camera.

Premio di maggioranza

La Corte Costituzionale conferma l'esistenza del premio di maggioranza. La lista che raggiunge il 40% dei voti, infatti, ha diritto al premio di maggioranza: alla lista vincitrice saranno attribuiti 340 seggi che corrispondono al 55% dei seggi totali.

Scelta del collegio

La Consulta ha accettato le candidature plurime che permettono a un capolista di essere inserito nelle liste di più collegi elettorali (massimo 10). Nonostante ciò, la Corte Costituzionale ha bocciato la possibilità che un capolista eletto in più collegi plurinominali possa scegliere il collegio. Al contrario, questa decisione verrà presa tramite sorteggio.

Liste bloccate

La Corte Costituzionale accetta, inoltre, la struttura delle liste. I capilista, infatti, saranno bloccati, mentre ciò non accadrà con il resto della lista. In questo caso, gli elettori potranno esprimere due preferenze.

Soglia di sbarramento

Per poter ottenere un seggio ed entrare nella Camera dei Deputati, le liste dovranno superare la soglia di sbarramento del 3% dei voti validi.

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