Licenziamento

Inviata da ORNELLA. 11 lug 2016 Licenziamento

Un nostro dipendente ci invia un sms di sabato sera ( ore 18,40) avvisando che il lunedì successivo non poteva recarsi al lavoro perché aveva ricevuto una multa di € 1.745,00 e doveva recarsi al comando di polizia locale.
Il lunedì successivo sempre di sera invia altro sms dicendo che non aveva concluso nulla e che il mattino successivo sarebbe andato al comando dei carabinieri perché dice che era stata fatta una truffa a suo nome.
Noi a questo punto lo chiamiamo e gli diciamo che si doveva presentare a lavoro e lui ci dice io non vengo quindi licenziatemi pure.
Il mattino successivo (mercoledí) ci viene trasmesso via email il numero di protocollo del certificato medico.
Emesso il giorno precedente e con decorrenza il lunedì.
Ora ad oggi il dipendente continua a farci pervenire certificati di continuazione malattia, prima di 1 settimana ora di 2 settimane alla volta.
Cosa possiamo fare sapendo che il dipendente mira a farsi un lungo periodo di malattia?
Precisiamo che il signore in questione e' stato assunto da circa 2 mesi e che subito dopo scaduto il periodo di prova ha iniziato a non essere più come presentatosi in precedenza.
Si possono contestare i certificati medici che a nostro parere, ci sembrano alquanto " facili"?
Grazie

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Gentile Ornella,
recentemente la Giurisprudenza maggioritaria ha ritenuto valido il licenziamento, ancor prima del superamento del comporto, quando la prestazione del dipendente diventa sporadica e occasionale, finendo così per arrecare un danno al datore di lavoro.
Per licenziare il dipendente, pertanto, Lei dovrà riuscire a provare che la presenza in servizio a singhiozzo, fra lunghe assenze e brevi ritorni, rende la prestazione offerta esigua per quantità e qualità e dunque non utilizzabile dall’azienda. In tal caso il licenziamento è legittimo.
Infatti, quando le reiterate assenze per malattia determinano uno scarso rendimento, viene violato l’obbligo della diligente collaborazione a cui il lavoratore si obbliga. In tal caso il licenziamento non sarebbe discriminatorio o illecito dal momento che la Cassazione ha sempre negato la possibilità di considerare tale il licenziamento giustificato da una giusta causa o da un giustificato motivo.
Il mese scorso, inoltre, la Cassazione è intervenuta sul punto, statuendo che “è legittimo il licenziamento intimato a fronte di reiterate assenze per malattia del lavoratore (cosiddetta eccessiva morbilità) ove le stesse, benché non superino il periodo di comporto, integrino l’ipotesi dello scarso rendimento, in quanto attuate secondo modalità tali da rendere la prestazione lavorativa inadeguata sotto il profilo produttivo e pregiudizievole per l’organizzazione aziendale” (Cass. sent. n. 12592/16 del 17.06.16).
Non esiti a contattare lo Studio per maggiori informazioni al riguardo.
I migliori saluti.

Studio legale Giaccardi-Laurino Avvocato a Torino

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Salve, recentemente la Corte di Cassazione con una sentenza ha stabilito la legittimità del licenziamento nei confronti del dipendente assentatosi troppe volte per malattia, anche se entro i limiti del comporto, in quanto tali assenze comportavano scompensi organizzativi e di produzione all'interno dell'azienda, in poche parole la Corte ha ritenuto di privilegiare le esigenze organizzative e produttive dell'azienda. Saluti

Avv. Dora Morelli Avvocato a Roma

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