Chi ha diritto alla pensione sociale?

La Pensione sociale può esser richiesta da tutti coloro che soddisfano alcuni requisiti, sia per i cittadini italiani che per quelli stranieri.

5 NOV 2020 · Tempo di lettura: min.
Chi ha diritto alla pensione sociale?

La pensione sociale è una prestazione strettamente assistenziale per la quale non sono richiesti requisiti assicurativi o contributivi. È a favore dei cittadini che si trovano in condizioni economiche particolarmente disagiate con redditi non superiori alle soglie previste annualmente dalla legge. Dal 1° gennaio 1996, la pensione sociale prende il nome di assegno sociale. 

Requisiti pensione sociale

La pensione sociale può esser richiesta da tutti coloro che soddisfano alcuni requisiti, sia per i cittadini italiani che per quelli stranieri. Di seguito ecco l’elenco ufficiale dei requisiti rilasciato dall’INPS:

  • stato di bisogno economico;
  • cittadinanza italiana;
  • per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
  • per i cittadini extracomunitari: titolarità del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno);
  • residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni nel territorio nazionale.
  • età anagrafica;

Età pensione sociale

L’età anagrafica è uno degli altri requisti fondamentali, infatti, nel 2020 la prestazione può essere riconosciuta solo ai cittadini italiani residenti in Italia, comunitari e extracomunitari (titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo), rifugiati politici e apolidi (titolari dei rispettivi titoli di soggiorno rilasciati dalle competenti autorità) che abbiano compiuto almeno 67 anni di età.

Limite di reddito assegno sociale

I limiti di reddito annuale per verificare il diritto e determinare la misura della prestazione sono:

  • € 5.9977,79 soggetto non coniugato
  • € 11.955,58 - soggetto coniugato

Se l’avente diritto non ha alcun reddito personale né insieme all'eventuale coniuge, ha diritto all'assegno sociale nella misura intera. Se, invece, i suoi redditi, quelli dell'eventuale coniuge oppure la somma di entrambi superano i limiti di legge, l'assegno sociale viene negato. Nel caso in cui il reddito del richiedente o quello del coniuge o la loro somma siano inferiori ai limiti di legge, l'assegno viene erogato in misura ridotta. In questo caso, sarà pagato un importo annuo pari alla differenza tra l'importo intero annuale dell'assegno sociale corrente e l'ammontare del reddito annuale.

Pensione sociale uomini

Per ricevere l’assegno sociale gli uomini devono avere almeno 67 anni di età: questo requisito è unico, quindi vale sia per gli uomini e per le donne, ed è valido per il biennio 2019- 2020 e 2021-2022; dal 2023 potrebbe essere elevato sulla base degli adeguamenti alla speranza di vita.

Pensione sociale donne

Come per gli uomini anche per le donne l’assegno sociale può essere erogato a chi abbia compiuto un minimo di 67 anni di età (il criterio anagrafico cambia ogni anno in base agli aggiornamenti della speranza di vita, quindi i 67 anni sono l’attuale età minima richiesta ma nei prossimi anni il limite potrebbe essere spostato in avanti in base agli aggiornamenti Istat).

Esiste, inoltre, la cosiddetta “Opzione donna” prorogata prima dal decreto legge 4/2019 e successivamente dalla Legge di Bilancio per il 2020, si tratta di un’opzione indirizzata, come suggerisce il nome stesso, alle sole donne, cui è concesso di accedere alla pensione con almeno 35 anni di contribuzione e 58 anni di età se dipendenti (59 se autonome) in alternativa alle altre forme di pensionamento.

 

 

Pensione sociale casalinga

Come funziona la pensione sociale casalinghe? Le casalinghe hanno diritto all’assegno sociale se presentano i seguenti requisiti:

  • almeno 67 anni di età;
  • sono cittadine italiane, europee, o di un Paese terzo, con regolare permesso per soggiornanti di lungo periodo;
  • hanno la residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni nel territorio italiano;
  • hanno un reddito annuo non superiore a 5.953,87 euro, se non sposate;
  • se sono spostate, il reddito proprio, sommato a quello del coniuge, non deve superare 11.907,74 euro.

 

A quanto ammonta la pensione sociale?            

L’assegno sociale, nel 2020, in base agli adeguamenti previsti è pari a 459,83 euro, ed è erogato, come la pensione, per 13 mensilità: pertanto, la sua misura annuale risulta pari a 5.977,79 euro. L’assegno sociale può spettare in misura intera o ridotta, a seconda del reddito posseduto.

In particolare:

  • ai beneficiari non coniugati privi di reddito, spetta per intero;
  • ai beneficiari coniugati privi di reddito, spetta per intero;
  • ai non coniugati con reddito sino a 5.977,79 euro annui, spetta in misura ridotta;
  • ai coniugati con reddito sino a 11.955,58 euro annui, spetta in misura ridotta;


Pensione sociale minima

La pensione minima, conosciuta anche come integrazione al trattamento minimo, è disciplinata dalla L. n. 638/1983, e in particolare dall’art. 6, il quale prevede espressamente il diritto del pensionato a ricevere un assegno sufficiente a garantire una vita dignitosa.

Quindi, la ratio della norma dispone che, nonostante il versamento contributivo, la pensione va al di sotto di un determinato limite, l’INPS eroga un assegno integrativo della pensione, con lo scopo primario di migliorare la condizione economica del pensionato stesso. 

 

 

Come ottenere la pensione sociale?      

L’assegno sociale può essere richiesto attraverso le seguenti modalità:

  • tramite il sito web dell’Inps, se il beneficiario è in possesso del Pin dispositivo per l’accesso ai servizi telematici, dello Spid almeno di 2° livello o della Cns, carta nazionale dei servizi; per inoltrare la richiesta, all’interno del portale, si deve accedere all’area Servizi per il cittadino;
  • tramite call center dell’Inps,
  • tramite patronato o intermediari dell’Inps.


Alla domanda devono essere allegati:

  • l’autocertificazione dei dati personali;
  • la dichiarazione della situazione reddituale;
  • la dichiarazione di responsabilità, riguardo eventuali ricoveri presso strutture sanitarie, con retta a carico dello Stato (in questi casi, difatti, l’assegno sociale è ridotto dell’80%, se la retta è a totale carico dello Stato, oppure del 25%, se la retta versata dal beneficiario o dai familiari è di un importo inferiore alla metà dell’assegno sociale).

L’assegno sociale è corrisposto dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Nel caso in cui la domanda di assegno sia rigettata, l’interessato può presentare ricorso amministrativo al Comitato provinciale dell’Inps, entro 90 giorni dalla data di ricezione della comunicazione della reiezione.

Pensione sociale anticipata

La pensione sociale anticipata è quella prestazione previdenziale cui è possibile accedere non raggiungendo una certa età, bensì perfezionando un requisito di natura contributiva. Questo significa che diventa appunto possibile andare in pensione prima dei 67 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia (da qui, il nome di “anticipata”), a condizione di aver accumulato un certo numero di contributi.

In particolare, dall’1 gennaio 2019, e così anche per il 2020, spetta:

  • ai lavoratori uomini (dipendenti o autonomi) con almeno 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, a prescindere dall’età anagrafica;
  • alle lavoratrici donne, con almeno 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, a prescindere dall’età anagrafica.

Inoltre, esiste la pensione anticipata contributiva. Oltre a poter ottenere la pensione al perfezionamento dell’anzianità contributiva, i lavoratori che hanno aperto la propria posizione contributiva dopo il 31 dicembre 1995 hanno la possibilità di ottenere il trattamento anticipato al compimento dei 64 anni di età, requisito quest’ultimo soggetto ad adeguamento alla speranza di vita.

Due le ulteriori condizioni che è tuttavia necessario soddisfare:

  • almeno 20 anni di contributi effettivi accreditati (ai fini del computo si considerano cioè come validi i soli contributi obbligatori, volontari o da
  • riscatto, mentre vengono ad esempio “scartati” i contributi accreditati figurativamente per disoccupazione, malattia e/o prestazioni equivalenti);
  • aver maturato un assegno pensionistico d'importo mensile pari o superiore a 2,8 volte quello dell’assegno sociale (459,83 euro x 2,8 = 1.287,52 euro per il 2020).
     

 

 

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