Violenza domestica: cos’è e cosa puoi fare secondo la Legge

Scopri tutto ciò che devi sapere sulla violenza domestica: dalla sua definizione e manifestazioni ai diritti legali delle vittime secondo la Legge italiana.

13 FEB 2024 · Tempo di lettura: min.
Violenza domestica: cos’è e cosa puoi fare secondo la Legge

È di fondamentale importanza affrontare il tema della violenza domestica, considerando l'allarmante crescita dei casi registrati a livello mondiale e nazionale. Le statistiche sono inequivocabili e indicano una realtà spesso nascosta ma devastante. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il 35% delle donne in tutto il mondo è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte di partner o non partner. In Italia, un'indagine Istat rivela che il 31,5% delle donne ha subito esperienze simili. In altre parole, una donna su tre è stata vittima di violenza almeno una volta nella vita.

Questi dati evidenziano un problema sociale diffuso che richiede un'attenzione costante da parte di tutti noi. In questo articolo, ci proponiamo di approfondire il tema della violenza domestica, definendola, identificando i segnali per riconoscerla e analizzando cosa dice la Legge a riguardo. È importante sensibilizzare l'opinione pubblica su questo argomento così doloroso ma cruciale, per offrire supporto a chi ne è vittima e promuovere una cultura di prevenzione e contrasto alla violenza domestica.


Cos’è la violenza domestica? Definizione

La violenza domestica è un fenomeno complesso che comprende una vasta gamma di comportamenti dannosi perpetrati all'interno dell'ambiente familiare o delle relazioni intime. Questi comportamenti possono manifestarsi sotto forma di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica e coinvolgere attuali o ex coniugi o partner, indipendentemente dalla coabitazione con la vittima.

La definizione di violenza domestica è stata delineata dall'articolo 3 della Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, comunemente nota come Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa. Tale definizione comprende tutti gli atti di violenza di genere che causano danni fisici, sessuali, psicologici o economici, nonché minacce di tali atti, coercizione o privazione arbitraria della libertà.

In Italia, il Decreto Legislativo n. 93/2013 stabilisce che la violenza domestica consiste in uno o più atti gravi, ripetuti nel tempo, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all'interno del contesto familiare o tra individui legati da matrimonio o da una relazione affettiva, indipendentemente dalla convivenza con la vittima.

È importante sottolineare che la violenza domestica non si limita solo agli atti di violenza fisica evidenti, ma, come già commentato, può anche manifestarsi attraverso forme più sottili di coercizione, controllo e manipolazione psicologica ed economica. Questi comportamenti, ripetuti nel tempo, ledono la dignità e la personalità della vittima, causando danni emotivi e fisici duraturi.

In sintesi, la violenza domestica rappresenta una grave violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione, con effetti devastanti sulla vita delle vittime. Il suo riconoscimento e la sua denuncia sono cruciali per contrastare efficacemente questo fenomeno e proteggere coloro che ne sono vittime.


Come si manifesta la violenza domestica? I segnali per riconoscerla

La violenza domestica si manifesta attraverso diverse forme, ognuna delle quali lascia un'impronta dolorosa e dannosa sulle vittime coinvolte. Ecco un'analisi delle principali manifestazioni di violenza domestica e i segnali per riconoscerle:

  • Violenza psicologica: Questa forma di violenza è spesso la più subdola e difficile da riconoscere. Comprende comportamenti intimidatori, minacciosi e denigratori, come ricatti emotivi, insulti verbali, svalutazioni ripetute, denigrazioni, isolamento e terrore psicologico. Il gaslighting è un esempio particolarmente manipolativo di violenza psicologica, in cui la vittima viene indotta a dubitare della propria percezione della realtà.
  • Violenza fisica: Si manifesta attraverso atti diretti a infliggere dolore o paura alla vittima, come schiaffi, pugni, spinte, calci, strangolamento e immobilizzazione. Nei casi più estremi, può portare all'utilizzo di armi o all'omicidio.
  • Violenza sessuale: Questa forma di violenza può assumere molte sfaccettature, dalle battute pesanti a sfondo sessuale alla costrizione della vittima ad avere rapporti sessuali, anche con terzi, fino allo stupro.
  • Violenza economica: Coinvolge comportamenti che limitano l'indipendenza economica della vittima, come il controllo o la privazione dello stipendio, l'impedimento alla ricerca di lavoro o la gestione coercitiva delle risorse finanziarie.
  • Stalking: Si tratta di un insieme di comportamenti persecutori volti a controllare e limitare la libertà della vittima. Questo può includere il monitoraggio costante, le minacce, l'intimidazione e il perseguimento fisico o virtuale.

Riconoscere i segnali di violenza domestica è essenziale per intervenire tempestivamente e offrire supporto alle vittime. È importante prestare attenzione a cambiamenti nel comportamento della persona, segni di paura, isolamento sociale o segni evidenti di lesioni fisiche. La consapevolezza e la sensibilità nell'identificare questi segnali possono fare la differenza nella vita delle vittime, offrendo loro la possibilità di uscire da situazioni di abuso e ricevere l'assistenza necessaria.

 

Qual è la differenza tra violenza di genere e violenza domestica?

La violenza di genere e la violenza domestica sono concetti strettamente correlati ma differiscono per il contesto in cui si verificano e per il loro campo di azione. Ecco una panoramica delle differenze tra i due concetti:


Violenza di genere:

La violenza di genere è definita come ogni atto di violenza basato sul genere che provochi o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne. Questa definizione, proposta dall'ONU nella Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne, comprende atti come minacce, coercizione o privazione arbitraria della libertà, che possono verificarsi sia nella sfera pubblica che privata.


Violenza domestica:

La violenza domestica si riferisce a tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che avvengono all'interno della famiglia o del nucleo familiare, o tra attuali o ex coniugi o partner. Questi atti possono verificarsi indipendentemente dal fatto che l'autore condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima. La definizione di violenza domestica è stata adottata dalla Convenzione di Istanbul e inclusa nella legge 77/2013.


In sostanza, mentre la violenza di genere è un concetto più ampio che include ogni forma di violenza basata sul genere contro le donne, la violenza domestica si concentra specificamente sugli atti di violenza che si verificano all'interno delle relazioni familiari o intime. Entrambi i fenomeni rappresentano gravi violazioni dei diritti umani e richiedono un'impegno continuo da parte della società per la prevenzione e la protezione delle vittime.


Cosa dice la Legge sulla Violenza Domestica? È reato?

Sebbene nel codice penale italiano non esista un reato specificamente denominato "violenza domestica", vi sono una serie di reati che possono essere commessi in ambito familiare e che contribuiscono a definire il concetto di violenza domestica.

Tra i reati che possono essere rilevanti in caso di violenza domestica si trovano le minacce, le lesioni, la violenza sessuale e i maltrattamenti in famiglia. L'articolo 572 del Codice Penale italiano stabilisce che chiunque maltratti una persona della famiglia o convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, può essere punito con la reclusione da tre a sette anni.

La violenza domestica è considerata un reato proprio ed abituale. Questo significa che può essere commesso da persone legate da un particolare vincolo affettivo o familiare alla vittima, e che coinvolge condotte reiterate nel tempo che ledono l'integrità fisica, psicologica e la dignità della vittima. Queste condotte possono essere sia commissive (come minacce e violenze) sia omissive (come la privazione di beni essenziali).

Le pene per la violenza domestica sono aggravate in presenza di particolari circostanze. Ad esempio, se il reato è commesso in presenza di una persona minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità, o se è commesso con l'uso di armi, la pena può essere aumentata fino alla metà. Inoltre, se dal fatto deriva una lesione personale grave o gravissima, o addirittura la morte della vittima, le pene previste possono essere molto severe, con reclusioni che vanno da quattro a nove anni per lesioni gravi, da sette a quindici anni per lesioni gravissime, e da dodici a ventiquattro anni in caso di morte.

 

Come si denuncia la violenza domestica? Quanto tempo si ha per denunciare?

Per denunciare la violenza domestica, il procedimento può variare a seconda del tipo di reato e delle normative specifiche. Tuttavia, è importante notare che il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi è procedibile d'ufficio, il che significa che le autorità competenti daranno automaticamente avvio al procedimento penale una volta venute a conoscenza dei fatti, senza necessità di una formale querela da parte della vittima.

Nel caso in cui il reato sia perseguibile a querela di parte, è necessario che la vittima presenti una querela per avviare le indagini contro l'autore della violenza. Il termine per proporre una querela è di solito di 3 mesi dalla data in cui la persona offesa viene a conoscenza del reato. Tuttavia, per il reato di violenza sessuale, questo termine è esteso a 12 mesi.

D'altra parte, se il reato è procedibile d'ufficio, la vittima può presentare una denuncia in qualsiasi momento, senza alcun vincolo di tempo. La denuncia può essere presentata alle autorità competenti, come le forze dell'ordine o il pubblico ministero, e avvierà le indagini senza la necessità di una querela formale.


Chi può denunciare una violenza domestica?

Chi può denunciare una violenza domestica dipende dal tipo di reato e dalle normative che lo regolano. In generale, tutti possono denunciare un caso di violenza domestica, ma vi sono delle distinzioni importanti a seconda se il reato è perseguibile a querela di parte o procedibile d'ufficio.

Se il reato è perseguibile a querela di parte, come nel caso di minacce, lesioni, o violenza sessuale in determinate circostanze, spetta alla persona offesa proporre querela rispettando i termini previsti dalla Legge. In tal caso, la vittima o il suo rappresentante legale devono avviare il procedimento legale presentando una querela entro i tempi stabiliti.

D'altra parte, se il reato è procedibile d'ufficio, come nel caso dei maltrattamenti in famiglia, chiunque può denunciare il fatto e far avviare un procedimento penale, indipendentemente dalla volontà della persona offesa. In questo caso, non vi è alcun vincolo di tempo per la presentazione della denuncia, e chiunque abbia conoscenza dei fatti può segnalare il caso alle autorità competenti.

Tuttavia, indipendentemente dal tipo di reato, è sempre consigliabile rivolgersi a un avvocato penalista per ricevere consulenza legale adeguata e supporto nell'affrontare la situazione. Un avvocato può valutare correttamente la situazione, fornire informazioni sui diritti della vittima e guidare nel procedimento legale, garantendo che i tempi e le procedure siano rispettati nel modo corretto.

Se sei vittima di violenza domestica o stalking, non esitare a chiamare il numero 1522. La Help Line Violenza e Stalking è attiva 24 ore su 24, offrendo un servizio gratuito e confidenziale. Le operatrici specializzate sono pronte ad ascoltare le tue richieste di aiuto e sostegno, fornendo supporto emotivo e informazioni cruciali.

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