Pensione anticipata: APE e RITA

La manovra di bilancio 2017 introduce importanti novità riguardanti la pensione anticipata.

17 NOV 2017 · Tempo di lettura: min.
Pensione anticipata: APE e RITA

Qual è la differenza fra l'APE volontaria, sociale e aziendale? In cosa consiste la Rendita integrativa temporanea anticipata?

Con la manovra di bilancio 2017, è stata introdotta la nuova riforma del sistema previdenziale che permette di richiedere la pensione anticipata di diverso tipo. Le due tipologie presentate e rinnovate sono la APE (Anticipo pensionistico) e la RITA (Rendita integrativa temporanea anticipata). Quali sono i requisiti? Quali sono le differenze? Vediamo le caratteristiche principali.

APE: l'anticipo pensionistico

La legge distingue fra tre tipi di anticipo pensionistico l'APE volontaria, l'APE sociale e l'APE aziendale. L'APE si traduce in un prestito che possono richiedere tutti quei lavoratori che sono vicini all'età pensionabile. Per poter accedere all'anticipo pensionistico sono necessari i seguenti requisiti:

  • avere compiuto almeno 63 anni;
  • non devono mancare più di 3 anni e sette mesi dalla maturazione della pensione di vecchiaia;
  • avere 20 anni di contributi alla spalle nel caso dell'APE volontaria e aziendale, 30 o 36 per quella sociale, a seconda della normativa.

L'APE volontaria potrà essere richiesta dal lavoratore in possesso dei requisiti che, dopo avere lasciato il lavoro e prima di avere la pensione di vecchiaia, riceverà un assegno mensile, ossia un prestito versato dalle Banche convenzionate. Quando il lavoratore inizierà a ricevere la pensione di vecchiaia verranno trattenute le rate del prestito dell'APE durante i successivi 20 anni. In più, per poter richiedere l'APE sarà necessario anche stipulare una polizza assicurativa come tutela nei casi di premorienza.

L'APE sociale viene erogata a chi lascia il lavoro prima del termine previsto e si trova in determinate condizioni socio-economiche. In questo caso, infatti, l'anticipo della pensione è completamente a carico dello stato e l'assegno mensile sarà di un massimo di 1500 euro lordi. Fra le categorie che possono richiedere l'APE sociale troviamo, ad esempio, i lavoratori con un'invalidità civile uguale o superiore al 74% con 30 anni di contributi. In più possono richiedere l'APE sociale anche quei lavoratori dipendenti che svolgono lavori usuranti da almeno sei anni e con almeno 36 anni di contributi. Si tratta, ad esempio, di insegnanti della scuola dell'infanzia, operai dell'industria estrattiva, operatori ecologici, addetti all'assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza e tante altre categorie.

Nel caso dell'APE aziendale, invece, prevede un accordo anche con il datore di lavoro. In caso di ristrutturazione dell'azienda, un lavoratore può lasciare il lavoro prima di quanto previsto dalla normativa e percepire un assegno mensile proprio come nel caso dell'APE volontaria. In più, il datore di lavoro continuerà a versare i contributi all'INPS fino al momento in cui non verranno raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia. In questo modo la rata della restituzione del prestito sarà meno onerosa.

Infine, fra le novità della manovra di bilancio 2017, in materia di pensione anticipata, c'è la RITA. In questo caso, chi richiede l'APE volontaria o aziendale ha la possibilità di integrare l'assegno con il suo fondo di pensione integrativa fino a quando non avrà i requisiti per ricevere la pensione di vecchiaia.

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