Un ddl propone la riforma dell’assegno di divorzio

L'obiettivo è quello di tutelare il coniuge più debole a livello economico in seguito allo scioglimento del matrimonio.

3 NOV 2017 · Tempo di lettura: min.
Un ddl propone la riforma dell’assegno di divorzio

In seguito alle ultime sentenze della Corte di Cassazione, la commissione giustizia sta esaminando un disegno di legge che propone una riforma riguardante l'assegno di divorzio.

Un nuovo disegno di legge in esame presso la commissione giustizia della Camera propone una riforma riguardante l'assegno di divorzio. L'obiettivo sarebbe quello di ritornare a garantire l'equità familiare, cercando di colmare gli eventuali squilibri che si vengono a creare in seguito a un divorzio. Le ultime sentenze, infatti, hanno messo in dubbio l'utilizzo di alcuni parametri per l'assegnazione del mantenimento, come l'indipendenza economica o il tenore di vita. Questi ultimi elementi, infatti, sono stati più volte presi in considerazione dalla giurisprudenza italiana e, in seguito alle ultime ordinanze della Corte di Cassazione, si è passati da un estremo all'altro, rendendo più difficoltosa la concessione dell'assegno di divorzio.

Qual è lo scopo dell'assegno di mantenimento?

Si tratta di un contributo di tipo assistenziale che viene versato dall'ex coniuge in seguito a un divorzio. L'obiettivo, dunque, è quello di tutelare il coniuge più debole a livello economico in seguito allo scioglimento del matrimonio. In questo senso, la riforma cercherebbe di chiarire alcuni parametri riguardanti la concessione dell'assegno. Una delle sentenze della Corte di Cassazione, infatti, la numero 11504/2017, aveva introdotto delle novità nell'assegnazione di questo contributo assistenziale affermando che non è "configurabile un interesse giuridicamente rilevante o protetto dell'ex coniuge a conservare il tenore di vita matrimoniale" e che "ormai generalmente condiviso nel costume sociale il significato del matrimonio come atto di libertà e di autoresponsabilità, nonché come luogo degli affetti e di effettiva comunione di vita, in quanto tale dissolubile". Questa sentenza ha creato molta confusione nel tema dell'assegno di mantenimento.

Dal ddl alla legge?

Questo ddl potrebbe convertirsi in legge nei prossimi mesi. La prima firmataria di questo testo è stata Donatella Ferranti. Secondo la presidente della Commissione giustizia della Camera, la riforma avrebbe come obiettivo principale quello di modificare l'articolo 5 della legge sul divorzio per creare un equilibrio nelle decisioni riguardanti l'assegno di divorzio e dando maggiori strumenti ai giudici per prendere una decisione più giusta in questo tema.

Il disegno di legge specifica i principali parametri che devono essere presi in considerazione dai giudici nell'assegnazione del mantenimento: "Nella determinazione dell'assegno il tribunale valuta le condizioni economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito della fine del matrimonio; le ragioni dello scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio; la durata del matrimonio; il contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune; il reddito di entrambi, l'impegno di cura personale di figli comuni minori o disabili, assunto dall'uno o dall'altro coniuge; la ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive; la mancanza di un'adeguata formazione professionale quale conseguenza dell'adempimento di doveri coniugali". In più, la riforma sull'assegno di divorzio contiene una novità assoluta riguardante la durata del contributo: l'assegno potrebbe essere versato solo per un determinato periodo di tempo se sussistono "ragioni contingenti o comunque superabili" che motivano la ridotta capacità reddituale del richiedente.

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