Linguaggio offensivo nelle e-mail del dipendente: quando scatta il licenziamento

Cosa accade quando il datore di lavoro nel corso di controlli agli impianti informatici, si accorge che un dipendente ha tenuto un comportamento non consono?

9 LUG 2018 · Tempo di lettura: min.
Linguaggio offensivo nelle e-mail del dipendente: quando scatta il licenziamento

La giurisprudenza della Corte di Cassazione è orientata a riconoscere la legittimità del licenziamento del dipendente la cui condotta colpevole viene accertata dal filmato di una telecamera posta, rispettivamente, a presidio dei beni e dei luoghi aziendali, cd, controllo difensivo, sempre consentito perché esula dai controlli a distanza sull'esatto adempimento della prestazione lavorativa, sempre vietati.

Ed anche nel caso di specie riafferma i poteri di supremazia del datore di lavoro esercitati per la tutela ed il presidio del patrimonio aziendale che mettono in evidenza un colpevole comportamento del proprio dipendente il quale adopera nel linguaggio della posta elettronica personale espressioni offensive dell'immagine aziendale attraverso termini inurbani rivolti alla persona dei propri dirigenti.

Tuttavia il dipendente per scongiurare il licenziamento avrebbe dovuto offrire una "probatio diabolica" atta a dimostrare che l'azienda datrice avrebbe potuto esercitare ugualmente il controllo difensivo sui propri beni aziendali (nella specie sui computer che erano stati oggetto di un tentativo di cancellazione di files non consentito dalla politica aziendale) ma in modo da non invadere la libertà utilizzata nelle comunicazioni personali del dipendente, mediante altri strumenti o metodi meno invasivi e diversi dalla lettura diretta delle mail private del dipendente.

Orbene, il lavoratore licenziato doveva dimostrare che il datore di lavoro poteva verificare il corretto utilizzo degli strumenti di lavoro, tra cui i pc aziendali, con un più accurato rispetto della libertà e della dignità del lavoratore, ai sensi della disciplina in materia di protezione dei dati personali dettata dal decreto legislativo n. 196 del 2003, e dei principi di correttezza.

Solo così poteva ben sperare di ottenere l'annullamento della misura espulsiva. In mancanza di tale non facile prova, la sanzione espulsiva è da ritenersi legittima perché conseguita ad un controllo aziendale difensivo giustificato dall'esigenza di risolvere un'anomalia del sistema informatico.

Scritto da

Studio Legale Chiera

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1 Commenti
  • Tiziana Mosca

    Buongiorno, volevo chiedere una cosa successa ieri, facendo fare il passaggio carrozzina bagno a un'ospite in 2 operatori, c'è stato un offesa generale non contro l'ospite ma peccato che il direttore in quel momento si è presentato e ha visto la scena, la mia domanda è ci può essere un licenziamento? Grazie in anticipo.

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