Recessione contratto cucina: è fattibile?
Buongiorno, a fine aprile ho acquistato una cucina su misura. Il rivenditore era venuto a prendere le misure, durante la ristrutturazione di un appartamento anni '50, in mia assenza (c'erano gli operai). Nel progetto che ho firmato non è stato indicato né che la cucina avrebbe avuto angolo standard di 90⁰ né che doveva essere fuori squadra. Ingenuamente, essendo venuto appositamente a casa per prendere le misure, ho dato per scontato che non fossero indicati i dati tecnici, ma che il risultato sarebbe stato sumisura, invece il rivenditore sostiene che il muratore (che in realtà è un idraulico) gli ha garantito che avrebbe portato a 90⁰ le pareti, all'epoca di mattoni grezzi. Dice il falso, ho le foto che dimostrano che solo 60 cm di 3 metri erano di nuova costruzione (ho prolungato il muro per trasformare il cucinino in sgabuzzino), il resto della parete è lì da 70 anni e nella cila non è mai stata prevista la modifica di inclinazione delle pareti e, anche qualora fosse vero, sostiene di averne parlato col muratore (ossia l'idraulico) e con mio padre, ma la casa è mia e la cucina l'ho pagata io, a me non ha detto niente, nonostante alla prima visita in negozio avessi fatto presente che la stanza non era in squadro. Ho mandato una diffida per provvedere alla sistemazione della cucina, ma ha rifiutato di intervenire gratis, è disposto solo a rifare il top, mi ha chiesto ulteriori 750 euro per la base e il pensile, ma l'errore l'ha commesso lui! Anche nel caso assurdo che l'idraulico (idraulico!) gli abbia garantito di modificare i muri, perché non mi ha chiesto niente e messo per iscritto che la cucina sarebbe stata a 90⁰ per una stanza che in quel momento (e tutt'ora) aveva un'angolazione maggiore? Come posso procedere? Per me andrebbe bene anche la recessione del contratto, restituendo la cucina e riprendendo i miei soldi (la casa non è ancora abitata e la cucina non viene utilizzata), in modo da potermi rivolgere a un professionista davvero professionista