Salve, ho bisogno di un'informazione.
Sono una ragazza di anni 20 e lavoro da un anno in un hotel dove vengo discriminata per la mia età.
Mi spiego: spesso con i miei colleghi capitano discorsi sulla mia esperienza lavorativa, e mi sento dire la seguente frase: "sei giovane, cosa vuoi saper fare". Inoltre il mio titolare mi tratta come la ragazza giovane che secondo lui non sa svolgere il proprio lavoro. Un caso che mi ha davvero ferita è stato un giorno quando il mio titolare mi ha assegnato un incarico (presumo controvoglia) e si è presentato dicendomi: "volevo dirti che sei giovane e alla tua età si possono avere strani pensieri in testa, come li avevo anch'io. Quindi se ti dovesse venire in mente di prendere soldi dalla cassa (rubare) evita perché qui è pieno di gente che me lo verrebbe a dire immediatamente e inoltre ci sono le telecamere".
Volevo sapere se questo comportamento può essere definito mobbing. Grazie mille
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Buongiorno, per il mobbing non basta un episodio isolato.
Ritengo si sia al momento più vicini ad integrare il reato di ingiuria. Cerchi di parlare chiaramente con il Suo datore di lavoro. Nel caso dovesse, nonostante ciò, perseguire con tali condotte, potrebbe essere opportuno rivolgersi ad un legale che invierà una diffida ed in seguito valuterà insieme a Lei come procedere.
A disposizione per chiarimenti.
Cordiali saluti.
AVV. Annamaria Vizzolesi
a prescindere dalla qualificazione del fatto come mobbing, ciò che il datore deve fare in quanto suo obbligo di legge è mantenere un luogo di lavoro salubre per i suoi dipendenti. Andrei avanti con il lavoro verificando che simili episodi non si verifichino, dovessero continuare si può pensare ad una lettera di diffida da parte di un legale.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti,
Antonella Lopopolo
Quando si intraprende un percorso lavorativo, questi episodi posssono verificarsi ed è difficile la configurazione mobizzante;il proprio "spazio" - come in tale caso - bisogna ricavarlo con le giuste strategie, con i comportamenti "sul campo", con la consapevolezza del proprio essere; l'intervento legale - in questo caso- sarebbe una risposta , ma non quella giusta e più adeguata per essere visti diversamente sia a livello di colleghi che di proprietà.
Distinti saluti.
Avv. Felice Bruni - Catanzaro
Buongiorno Signora Irene.
Per “mobbing” viene inteso il terrore psicologico sul luogo di lavoro, consistente in comunicazione ostile e contraria ai principi etici, perpetrata in modo sistematico da una o più persone principalmente contro un singolo individuo che viene spinto in una posizione di impotenza e impossibilità di difesa. Queste azioni devono essere caratterizzate da un’alta frequenza (almeno una volta alla settimana) e da una durata significativa (almeno sei mesi).
Pertanto, nel Suo caso non ritengo sussistano i presupposti per configurare il cd. mobbing.
Per questi motivi, Le consiglio di attendere gli sviluppi e capire così se si tratti di una vicenda occasionale o se si presentino future situazioni come quelle che Lei ha narrato e/o simili; in questo secondo caso, potrebbe inoltrare una lettera raccomandata a.r., personalmente o per il tramite di un legale, al fine di diffidare dal porre in essere determinati tipi di comportamenti.
Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e/o necessità ed invio distinti saluti.
Avv. stab. Rossana Delbarba
Gentile Irene,
qualche frase spiacevole e che ferisce purtroppo non determina una situazione di mobbing. Il mio consiglio è quello di spiegarsi con il titolare e, ma già lo sta facendo, dimostrare sul campo le sue qualità
Non ritengo vi siano gli estremi per il mobbing. Le consiglio di provare ad affrontare il titolare facendogli presente le sue intenzioni serie lavorative e di impegno, se poi non cambia la situazione, valuti di lasciare il posto se le è possibile