Esproprio per pubblica utilità

Inviata da Giulia. 10 set 2016 Risarcimento danni

Circa trent'anni fa, il Comune di un paese di quattromila abitanti circa, ha deliiberato l'esproprio di un pezzo di terreno della mia famiglia. All'epoca si occupavano di tutto 'gli anziani della famiglia'; alla morte di questi, espletando le pratiche per la successione abbiamo scoperto che tale terreno era ancora catastalmente nostro pur avendo il Comune trasformato lo stesso in un parcheggio che, un giorno alla settimana, è destinato a mercato.
Abbiamo parlato con il sindaco del tempo (circa 7 anni fa), scritto varie raccomandate, avuto delle promesse di regolarizzazione ma nulla è accaduto: dicono di non avere alcun documento in archivio (noi abbiamo solo copia della delibera con l'indicazione del - misero - risarcimento).
Vorremmo sistemare la cosa prima che i nostri figli debbano - speriamo tra molto ancora - fare pratiche di successione !!
Tra l'altro, ci chiediamo se potrebbe ricadere su di noi qualche responsabilità nel malaugurato caso che in quell'area succedesse qualcosa di sgradevole o grave...
Cosa possiamo fare per costringere il comune a regolarizzare il tutto? Possiamo minacciarli chiedendo loro, ad esempio, i proventi dell'occupazione suolo 'privato' che incassano dagli ambulanti da quasi trent'anni?
Grazie per l'attenzione. Sperando in una cortese risposta, invio cordiali saluti.

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Buongiorno,

mi pare di capire che il Comune abbia realizzato l'opera pubblica, senza pervenire all'emanazione del decreto di esproprio (atto finale della procedura espropriativa nel quale deve altresì essere indicato l'ammontare dell'indennizzo dovuto al proprietario espropriato), o che comunque manchi la prova dell'esistenza del decreto stesso.

Per accertare la definitiva esistenza (o inesistenza) del decreto di esproprio, suggerirei di eseguire una richiesta di accesso agli atti del Comune.
Una volta compiuto tale accertamento, nel caso in cui, dagli atti. venisse riscontrato che il Comune non abbia mai provveduto all'emanazione del decreto di esproprio, allora parrebbe evidente che l'Amministrazione abbia illecitamente occupato e trasformato irreversibilmente il fondo di proprietà altrui e, conseguentemente, il privato può oggi reagire mediante la richiesta di retrocessione del bene. In alternativa, nel caso in cui il Comune non possa privarsi del bene trasformato (poiché di pubblica utilità) sarebbe obbligato a porre in essere la procedura ex art.42bis TU Espropri (acquisizione sanante), con la quale acquisisce ex post la proprietà del bene e indennizza il proprietario del fondo.
Avv. David Cicala

Studio Legale Avvocato Cicala Avvocato a Ascoli Piceno

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Come le hanno suggerito i miei colleghi, il primo passo è sicuramente quello di formalizzare al Comune una precisa istanza di accesso agli atti.

Ove effettivamente mancasse il decreto di esproprio, ed essendo ormai scaduta l'efficacia della dichiarazione di pubblica utilità e del vincolo preordinato all'esproprio, occorre formulare un'istanza al Comune, con cui si chiederà la restituzione o l'acquisizione del bene, previo pagamento dell'indennità di espropriazione e ristoro per l'occupazione illegittima protrattasi sinora.

Recenti interventi del Consiglio di Stato, infatti, hanno escluso la possibilità di agire direttamente per il risarcimento del danno da perdita della proprietà (cd. "rinuncia abdicativa").

Se il Comune non Le dovesse rispondere all'istanza, lei potrà proporre ricorso al T.A.R. avverso il silenzio inadempimento, per ottenere che venga ordinato al Comune di provvedere (in un senso o nell'altro).

Ad ogni modo, mi permetto di evidenziarle che la posta in gioco è molto interessante:
una eventuale acquisizione "sanante" ai sensi dell'art. 42bis del T.U. Espropriazioni, infatti, presupporrebbe il pagamento cumulativo delle seguenti voci:
- valore venale del bene, all'attualità;
- per ciascun anno di occupazione illegittima, inoltre, è dovuto un indennizzo pari al 5% del valore attuale del bene:
- in ultimo, è anche dovuta - a prescindere da ogni altra voce - una indennità pari al 10% del valore attuale del bene.

Giuseppe Donniacuo Avvocato a Salerno

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Stante il fatto che l'opera pubblica è stata realizzata e che il Comune la ritiene come propria il primo incombente da fare è controllare alla Conservatoria dei Registri Immobiliari se la particella è ancora intestata agli eredi o al più al de cuius. Vedete che così sarà perché nel caso il Comune si trova in una posizione di occupazione illecita per la quale il proprietario spogliato ha oggi un azione imprescrittibile (essendo a difesa della prorietà) di restituzione del bene. Se nella deliberazione di cui avete esemplare è dichiarata la pubblica utilità la copetenza a decidere è del TAR, se invece il Comune ha occupato solo materialmente il bene la comptenza è de Tribunale.
Il Comune potrà reagire applicando l'art.42 bis del T.U. Espropriazioni "acquisizione sanante" che costerà non poco dato il tempo dell'occupazione. Se così sarà mi aspetto delle domande nuove. Avv. Fabio Cannizzaro Faro di Pistoia

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Occorre prima di tutto verificare cosa c'è scritto sulla delibera in vostro possesso. Il mio consiglio è fare subito un'istanza di accesso agli atti molto circostanziata. In caso di mancata risposta può farsi ricorso al TAR per ottenere quanto richiesto.
In seconda battuta occorre fare diffida all'Ente affinchè provveda a regolarizzare anche mediante accatastamento e corresponsione di eventuali indennità dovute.
Se il comune non risponde o risponde negativamente è necessario ricorrere al TAR che si esprimerà nel merito magari nominando un commissario ad acta che provvederà in luogo dell'Amministrazione inadempiente.

Studio Legale Lo Squadro Avvocato a Roma

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