Chat di Whatsapp e licenziamenti

Secondo sentenze recenti, Whatsapp può essere utilizzato come strumento per comunicare il licenziamento al lavoratore.

31 AGO 2018 · Tempo di lettura: min.
Chat di Whatsapp e licenziamenti

I messaggi inviati via Whatsapp possono costare il posto di lavoro a un dipendente? È possibile utilizzare questa applicazione per comunicare un licenziamento?

Attualmente, grazie alle nuove tecnologie e a Internet, possiamo comunicare con chiunque con un semplice click. Smartphone, tablet e computer hanno facilitato il nostro lavoro e, al tempo stesso, ci permettono di parlare con altre persone attraverso chat e messaggi, ad esempio tramite l'applicazione di Whatsapp. Questi messaggi vengono inviati in tempo reale e spesso contengono informazioni private e personali che non vogliamo vengano condivise con altre persone.

Tuttavia, questo tipo di applicazioni non hanno solo pro ma anche contro. In alcuni casi, ad esempio, possono costare il posto di lavoro. I messaggi di Whatsapp e di altre piattaforme online, infatti, vengono sempre più spesso utilizzati come prove in diversi tipi di processi, derogando il diritto alla privacy degli utenti. In alcuni casi, i messaggi scambiati possono portare al licenziamento.

È il caso, ad esempio della sentenza del 30 maggio 2017 del Tribunale di Milano. Nella vicenda presa in considerazione dai giudici, un lavoratore è stato licenziato con giusta causa in quanto aveva creato un gruppo su Whatsapp con i colleghi di lavoro, con l'obiettivo di insultare il datore di lavoro. Secondo quanto si legge nella sentenza, infatti, il dipendente "ha intenzionalmente posto in essere una condotta volta a denigrare il proprio responsabile di lavoro, da lui apostrofato con epiteti palesemente e pacificamente offensivi e denigratori, sicuramente idonei a sminuire la credibilità e autorevolezza, trattandosi tra l'altro di un gruppo whatsapp in cui sono presente esclusivamente dipendenti della resistente e creato in parallelo a quello utilizzato dal datore per comunicare i turni e gli ordini di lavoro".

Comunicare il licenziamento via Whatsapp

Lo strumento che può causare il licenziamento di un dipendente può essere anche il mezzo attraverso cui viene eseguito il licenziamento stesso. Whatsapp, secondo recenti sentenze, infatti, può essere utilizzato come strumento per comunicare il licenziamento al lavoratore. Il Tribunale del Lavoro di Catania, in una sentenza del 27 giugno 2017, ha confermato questa teoria, affermando che:

"La modalità utilizzata dal datore di lavoro, nel caso di specie, appare idonea ad assolvere ai requisiti formali in esame, in quanto la volontà di licenziare è stata comunicata per iscritto alla lavoratrice in maniera inequivoca, come del resto dimostra la reazione da subito manifestata dalla predetta parte".

Anche la Corte d'Appello di Roma, nella sentenza del 23 aprile 2018 relativa al licenziamento di una dipendente ha sancito che: "per principio generale, i negozi sono a forma libera, salvo strette eccezioni e, in materia di licenziamento, l'art. 2 l. n. 604/1966 impone che la volontà solutoria del contratto sia "comunicata per iscritto'', senza ulteriori previsioni limitative per il datore di lavoro; peraltro, proprio l'uso, da parte del legislatore, del termine "comunicazione", che si contrappone al termine, più tecnico, di "notificazione" quale modalità procedimentalizzata di trasmissione del contenuto di un atto, conferma che il precetto dell'art. 2 è soddisfatto ove il lavoratore sia informato della volontà datoriale, a prescindere dal supporto con cui lo scritto è trasmesso".

Se vuoi ricevere maggiori informazioni sul tema, puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in licenziamento.

avvocati
Linkedin
Scritto da

StudiLegali.com

Lascia un commento

ultimi articoli su attualità