Processo troppo lungo? Si può richiedere il risarcimento danni

Con durata ragionevole del processo s'intende un periodo di 3 anni per il giudizio in primo grado, di 2 anni per il secondo grado e 1 per la Cassazione.

27 FEB 2017 · Tempo di lettura: min.
Processo troppo lungo? Si può richiedere il risarcimento danni

La legge Pinto afferma il diritto a una durata ragionevole del processo. Come si quantifica il risarcimento danni? Chi può richiederlo?

Entrare in un processo può essere una situazione molto stressante a causa della lunga durata di molti percorsi burocratici. Oltre ad essere un peso a livello economico, infatti, un processo molto lungo può mettere a dura prova anche il benessere psico-fisico di una persona. In alcuni casi, inoltre, il risultato non è quello sperato e ci si sente ancora più danneggiati.

La soluzione c'è e si chiama Legge Pinto (legge 89/2001). Si tratta di una legge emanata per rispondere a quanto richiesto dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Anche la Costituzione italiana, attraverso l'articolo 111, comma 2, sottolinea l'importanza della durata del processo:

«Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata».

Questi principi sono stati recepiti dalla Legge Pinto che nell'articolo 2 afferma che:

«Chi ha subito un danno patrimoniale o non patrimoniale per effetto di violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ratificata ai sensi della Legge 4 agosto 1955, n. 848, sotto il profilo del mancato rispetto del termine ragionevole di cui all'articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione, ha diritto ad una equa riparazione».

Secondo quanto stabilito dai parametri europei e dalle Corti d'Appello italiane, con durata ragionevole del processo s'intende un periodo di 3 anni per il giudizio in primo grado, di 2 anni per il secondo grado e 1 per la Cassazione.

Come funziona il risarcimento danni

Secondo l'articolo 3 della legge Pinto, per poter quantificare l'indennizzo, il giudice deve attenersi a due parametri:

Il giudice determina la riparazione a norma dell'articolo 2056 del codice civile, osservando le disposizioni seguenti:

a) rileva solamente il danno riferibile al periodo eccedente il termine ragionevole di cui al comma 1;

b) il danno non patrimoniale è riparato, oltre che con il pagamento di una somma di denaro, anche attraverso adeguate forme di pubblicità della dichiarazione dell'avvenuta violazione.

Il risarcimento può essere richiesto alla Corte d'Appello competente durante il processo o entro sei mesi dalla chiusura definitiva del processo. L'equa riparazione viene concessa sia per i danni patrimoniali che per quelli non patrimoniali.

Solitamente il risarcimento per i danni non patrimoniali può oscillare tra i 500 euro e i 1.500 euro per ogni anno o per una frazione di anno superiore a sei mesi che sorpassa i limiti stabiliti della durata ragionevole del processo. In alcuni casi di particolare gravità, inoltre, l'indennizzo può raggiungere i 2000 euro per ogni anno.

Per chi non si può permettere di tornare in tribunale e ha i requisiti previsti dalla legge, può richiedere, in questo caso, il gratuito patrocinio a spese dello Stato.

Hai bisogno di ricevere maggiori informazioni sul tema? Pensi di rientrare nelle categorie citate, ovvero credi che la durata del tuo processo non sia stata ragionevole? Consulte il nostro elenco di professionisti esperti in risarcimento danni.

avvocati
Linkedin
Scritto da

StudiLegali.com

Lascia un commento

ultimi articoli su attualità