Malattia del cane: diritto al permesso retribuito

La decisione fa leva sull'articolo 544-ter del Codice Penale che prevede il reato di maltrattamento degli animali.

24 OTT 2017 · Tempo di lettura: min.
Malattia del cane: diritto al permesso retribuito

Si può chiedere un permesso di lavoro retribuito se il proprio animale domestico ha bisogno di cure urgenti? Qual è la legislazione di riferimento?

Fra i diritti di un lavoratore troviamo i permessi di lavoro retribuiti che possono essere utilizzati, ad esempio, in caso di grave motivo personale e di famiglia. Cosa succede nei casi in cui è il proprio cane o gatto ad avere problemi di salute? Secondo quanto è successo a una dipendente single dell'Università de La Sapienza di Roma, sarebbe possibile richiedere un permesso retribuito. La donna aveva bisogno di assentarsi dal lavoro perché il suo cane malato aveva bisogno urgentemente di un intervento veterinario alla laringe e successivamente di altre cure. Inizialmente, il datore di lavoro non voleva concedere alla donna i giorni necessari per la cura dell'animale.

Nonostante ciò, con l'aiuto e il supporto tecnico-giudirico della Lav (Lega Anti Vivisezione), la donna ha potuto assentarsi per due giorni attraverso il permesso di lavoro retribuito. Questo è ciò che ha affermato la Lav in una nota:

«la non cura di un animale di proprietà integra, secondo la Cassazione, il reato di maltrattamento degli animali previsto dal Codice penale all'art. 544-ter. Non solo. Vige il reato di abbandono di animale, come previsto dalla prima parte dell'articolo 727 del Codice penale […] È evidente, quindi, che non poter prestare, far prestare da un medico veterinario cure o accertamenti indifferibili all'animale, come in questo caso, rappresentava chiaramente un grave motivo personale e di famiglia, visto che la signora vive da sola e non aveva alternative per il trasporto e la necessaria assistenza al cane».

Le motivazioni

Così come affermato dalla Lega Anti Vivisezione, sia la legge che precedenti sentenze della Corte di Cassazione si sono espresse riguardo al reato di maltrattamento e di abbandono degli animali. La decisione fa leva sull'articolo 544-ter del Codice Penale che riguarda proprio il reato di maltrattamento degli animali e che prevede sanzioni e pene specifiche. Bisogna sottolineare, inoltre, che questo reato non prevede solamente la condotta attiva, ossia un'azione diretta a provocare lesioni all'animale, ma anche omissiva, come nel caso in cui non vengano fornite le cure adeguate. Fra gli altri riferimenti utilizzati, inoltre, ci sono alcune sentenze della Corte di Cassazione, fra cui la n. 21805 del 18/4/2007 e la n. 5979 del 13/12/2012.

La donna, vivendo da sola, non aveva alternative per poter curare il suo cane se non quella di assentarsi per qualche giorno dal suo posto di lavoro. Per poter richiedere il permesso, infatti, sarà necessario dimostrare che il lavoratore non ha possibilità di fare altrimenti, dato che vive solo o che non ha altre persone che possono occuparsi dell'animale. In più, sarà necessario certificare la malattie dell'animale e la relativa necessità di cure.

Questo caso, secondo la Lav, ha creato un precedente che potrà essere utilizzato da altre persone che si trovano nella stessa situazione.

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E voi cosa ne pensate? Siete d'accordo o no?

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