Corte Costituzionale: no all’esclusione dei docenti di ruolo dai concorsi

Anche gli insegnanti di ruolo potranno partecipare ai concorsi, ad esempio, per poter effettuare il passaggio di ruolo.

22 DIC 2017 · Tempo di lettura: min.
Corte Costituzionale: no all’esclusione dei docenti di ruolo dai concorsi

Secondo la Corte Costituzionale, alcune parti del testo della cosiddetta "riforma Buona Scuola" sono illegittime.

La legge 13 luglio 2015 n. 107, la cosiddetta Buona Scuola, ossia la "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti", è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15 luglio 2015. Una delle principali novità di questa legge riguardava l'assunzione di circa 107 mila docenti precari. Dopo le questioni di legittimità costituzionale sollevate da due sentenze del TAR del Lazio riguardo all'art. 1, comma 110, della legge in questione, si è espressa la Corte Costituzionale con la sentenza n. 251 del 6 dicembre 2017. Quali sono state le conclusioni dei giudici?

La Corte Costituzionale ha preso in considerazione la legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 110, della legge 13 luglio 2015, n. 107 (di conseguenza anche l'articolo 17, terzo comma, del successivo d.lgs. 13 aprile 2017, n. 59) e in particolare la parte che sancisce che:

"Ai concorsi pubblici per titoli ed esami non può comunque partecipare il personale docente ed educativo già assunto su posti e cattedre con contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato nelle scuole statali".

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le norme che escludono i docenti di ruolo dai concorsi: "la disposizione in esame contraddice la stessa finalità in nome della quale essa sacrifica i diritti dei docenti della scuola statale con contratto a tempo indeterminato". Questa decisione ha modificato direttamente le parti degli articoli citati e queste modifiche saranno operative fin da subito, fin dal prossimo concorso. Di conseguenza, anche gli insegnanti con contratto a tempo indeterminato potranno partecipare, ad esempio per il passaggio di ruolo.

La sentenza della Corte Costituzionale ha preso in considerazione alcuni aspetti che erano già stati sottolineati dal TAR del Lazio:

"il diritto di partecipare al concorso pubblico è condizionato alla circostanza, invero "eccentrica" rispetto all'obiettivo della procedura concorsuale di selezione delle migliori professionalità, che non vi sia un contratto a tempo indeterminato alle dipendenze della scuola statale. Di contro, un'analoga preclusione non è prevista per i docenti con contratto a tempo alle dipendenze di una scuola privata paritaria, né per i docenti immessi nei ruoli di altra amministrazione".

Secondo i giudici, infatti, l'accesso dei docenti di ruolo non metterà in pericolo il piano per ridurre il precariato:

"l'accesso ai concorsi dei docenti con contratto a tempo indeterminato darebbe luogo, nel caso di esito favorevole, all'assunzione degli stessi nella nuova posizione, con conseguente scopertura della posizione precedentemente ricoperta, che potrebbe, quindi, essere successivamente assegnata ad altri".

In più, secondo la Corte Costituzionale, l'esclusione dei docenti con contratto a tempo determinato sarebbe in contraddizione con i parametri meritocratici dei concorsi: "il merito costituisce il criterio ispiratore della disciplina del reclutamento del personale docente". La legge, dunque, "contraddice tale finalità, impedendo sia di realizzare la più ampia partecipazione possibile, sia di assicurare condizioni di effettiva parità nell'accesso".

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