Via libera alle telecamere di video sorveglianza nei centri educativi

L’installazione dei sistemi di video sorveglianza non comprende solamente asili e scuole materne ma anche strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità

8 AGO 2019 · Tempo di lettura: min.
Via libera alle telecamere di video sorveglianza nei centri educativi

Il 18 giugno scorso, l’entrata in vigore del cosiddetto “sblocca cantieri” (legge n. 55/2019) ha introdotto misure con l’obiettivo di snellire e migliorare il settore dei contratti pubblici ma anche di accelerare alcuni interventi infrastrutturali. Il testo, infatti, è stato intitolato “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”.

Fra le misure previste dallo sblocco cantieri troviamo quella che potrebbe introdurre, sia negli asili nido che nelle scuole materne, delle telecamere di video sorveglianza. Lo scopo di questa misura sarebbe quella di evitare episodi di violenza nei confronti degli alunni da parte delle maestre. Ovviamente, è un provvedimento che ha bisogno di fondi: 5 milioni di euro per il 2019 a cui si aggiungono 15 milioni di euro per ciascun anno dal 2020 al 2024. L’installazione delle telecamere sarà possibile con i fondi erogati fino al 2024 sia negli asili nido che nelle scuole materne a partire dal prossimo anno scolastico. Il primo comma dell’articolo 5-septies della legge, infatti, stabilisce che:

“Al fine di assicurare la più ampia tutela a favore dei minori nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia statali e paritarie, nello stato di previsione del Ministero dell'interno è istituito un fondo con una dotazione di 5 milioni di euro per l'anno 2019 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, finalizzato all'erogazione a favore di ciascun comune delle risorse finanziarie occorrenti per l'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso ogni aula di ciascuna scuola nonché per l'acquisto delle apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini per un periodo temporale adeguato”.

Saranno i Comuni, dunque, a ricevere direttamente questi fondi e a dover verificare l’avvenuta installazione ma anche analizzare i contenuti dei sistemi a circuito chiuso di video sorveglianza. Non si sono fatte attendere le prime critiche a questo provvedimento dello sblocca cantieri. Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ha inviato una lettera ad Antonio De Caro, presidente dell'Anci, mostrando il suo dissenso nei confronti della misura e affermando che "continua ad alimentare la visione repressiva e coercitiva dello Stato come unica via per risolvere questioni complesse che non si vogliono affrontare se non in modo demagogico”. Al contrario, secondo il sindaco, gli eventuali episodi di violenza"si prevengono con un'adeguata e accurata selezione del personale e una continua e sistematica formazione degli insegnanti stessi, un investimento serio continuo e duraturo sugli ambienti di cura e apprendimento”.

L’installazione dei sistemi di video sorveglianza a circuito chiuso non comprende solamente asili e scuole materne ma anche strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità, a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno, così come sancisce il secondo comma dell’articolo 5-septies della legge.

Parallelamente a questa misura, si sta analizzando il disegno di legge n. 897. Questo testo prevede, dopo la sua eventuale approvazione, che gli insegnanti vengano sottoposti a test di valutazione psico attitudinale sia nel momento dell’assunzione che periodicamente.

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