Statali: tetto massimo per le assenze per malattie gravi

L'assenza dev'essere sempre giustificata da un documento del medico o della struttura, pubblica o privata.

22 GIU 2017 · Tempo di lettura: min.
Statali: tetto massimo per le assenze per malattie gravi

L'ultimo atto di indirizzo generale del ministro Marianna Madia riguarda principalmente malattie, permessi e assenze nel settore pubblico.

L'atto di indirizzo generale predisposto dal ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, per il rinnovo dei contratti prevederà, per i dipendenti pubblici, un tetto massimo di assenze anche per le malattie gravi che richiedono terapie salvavita come l'emodialisi o la chemioterapia. Un'ulteriore misura che, secondo i suoi sostenitori, servirebbe a ridurre il problema dell'assenteismo sul posto di lavoro nel pubblico impiego. Sarà poi compito dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) quello di condurre le trattative per il calcolo dei giorni di assenza riguardanti le terapie salvavita "anche se non coincidenti con i giorni di terapia e a condizione che si determinino effetti comportanti incapacità lavorativa".

Le novità previste

Secondo quanto riportato da Adnkronos, la maggior parte dell'atto di indirizzo generale del ministro Marianna Madia sarà dedicato a malattie, permessi e assenze, temi che poi saranno controllati dal polo unico dell'Inps.

Nel caso dei permessi per visite mediche, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici, secondo la direttiva, potranno essere richiesti non solo a giorni ma anche a ore. Saranno previsti, inoltre, permessi brevi con possibilità di recupero, permessi per motivi familiari e altri riposi connessi "banca delle ore" che viene indicata come "base di partenza per ulteriori avanzamenti nella direzione di una maggiore conciliazione e tra tempi di vita e di lavoro", secondo quanto riportato da Adnkronos.

Tutto ciò, però, verrà sottoposto a dei limiti. L'assenza, infatti, dev'essere sempre giustificata da un documento rilasciato dal medico o dalla struttura, pubblica o privata, in cui si attesta che il paziente si è recato alla visita o alla prestazione o inviato direttamente all'amministrazione di cui fa parte il dipendente.

Secondo l'atto di indirizzo generale, inoltre, sarà previsto un "monte ore" per ogni anno per poter beneficiare dei permessi. Per il calcolo delle ore, si terrà conto che 6 ore di permesso corrispondono a una giornata intera di lavoro mentre sarà previsto un periodo di servizio minimo ogni giorno di lavoro che corrisponde a metà dell'orario, eccetto i casi urgenti. Tutto ciò, però, dovrà essere comunicato con un "congruo preavviso".

Come funzionava precedentemente?

Fino ad ora e prima che la direttiva si trasformi in realtà, i dipendenti pubblici hanno il diritto allo scorporo dal periodo di comporto dei giorni di assenza per malattia in caso di patologie gravi che richiedano terapie salvavita. Quei giorni di assenza, dunque, non vengono considerati né come malattie né nel conteggio del periodo massimo di conservazione del posto, né viene meno il diritto all'intera retribuzione.

Per poter usufruire di questi vantaggi, però, è necessario che venga accertata l'esistenza di una grave patologia e l'utilizzo di terapie temporaneamente e/o parzialmente invalidanti dall'Asl o dalla struttura convenzionata.

I dipendenti con permessi per gravi patologie, inoltre, non hanno l'obbligo di reperibilità per la visita fiscale se l'amministrazione è in possesso dei documenti che certifichino lo stato di salute del dipendente.

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