Omicidio stradale: anche l'incuria è reato

In caso di morte derivante dalle cosiddette insidie stradali, incombe sulla pubblica amministrazione l'onere probatorio in quanto la responsabilità dell'amministrazione è presunta.

13 GIU 2016 · Tempo di lettura: min.
Omicidio stradale: anche l'incuria è reato

Il 23 marzo 2016 la legge sull'omicidio stradale è stata accolta come uno degli anelli mancanti del sistema giuridico italiano. Una legge per alcuni perfettibile, poiché mette sullo stesso piano chi si mette al volante e provoca vittime assumendo comportamenti colpevoli, e chi causa un incidente per casualità.

Una circolare successiva, inviata dal Ministero dell'Interno a Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Questure e Prefetture, attribuisce possibili responsabilità in eventi luttuosi non solo a chi è presente al momento del sinistro ma anche a chi indirettamente quel sinistro lo ha causato.

La circolare invita ad indagare su chi, svolgendo il proprio lavoro con superficialità o ritardo, è venuto meno al proprio dovere verso i cittadini. In questa categoria di possibili soggetti imputabili rientrano gli Enti proprietari delle strade (Comuni, Regioni e Stato) con i loro amministratori, tra cui gli assessori ma anche i Sindaci e le società incaricate di gestire le autostrade (in primis i dirigenti dell'Anas). Non è esente da colpe chi produce autoveicoli, perché se immette sul mercato prodotti difettosi, il cui malfunzionamento crea situazioni di pericolo, è passibile di denunzia e arresto.

Non è raro imbattersi in strade dissestate, buche, segnali posti in modo errato, strisce pedonali cancellate dall'usura, scarsa illuminazione in strade o gallerie, guard rail più vecchi di quanto sia lecito attendersi, oppure in cronache di autoveicoli ritirati dal mercato per difetti in qualcuna delle loro componenti (freni, cinture di sicurezza, cambio, airbag …). Ebbene: la nuova legge (e la successiva circolare di coordinamento con il codice stradale) non lascia scampo a chi finora ha posticipato gli interventi di manutenzione o ha dato il benestare all'uscita dalla fabbrica di autoveicoli difettosi.

Le norme sulla circolazione stradale prescrivono non solo il comportamento da adottare al volante ma anche le linee guida per far sì che ci sia una costante manutenzione e che la costruzione delle strade e dei veicoli sia fatta con perizia. Questa mancata attenzione può portare alla reclusione da due a sette anni. L'articolo 14 del Codice della strada indica che gli enti proprietari delle strade devono provvedere a:

  • manutenzione, gestione e pulizia delle strade;
  • controllo tecnico della efficienza, all'apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta.

Dirigenti Anas, sindaci, responsabili di grosse case automobilistiche, hanno l'obbligo di garantire con il loro lavoro la sicurezza nelle strade.

Se ci scappa il morto verrà individuato il soggetto affidatario della custodia o della progettazione e, in seno all'Ente o alla casa produttrice, la persona a cui è ascrivibile il reato di omicidio colposo.

Perché si arrivi addirittura all'arresto, ovviamente, andrà analizzato a fondo l'incidente, verificata la sua dinamica e accertata l'esistenza di un rapporto di custodia tra l'Ente e la strada. Ossia va valutato se l'Ente oltre ad essere proprietario manteneva il controllo del bene e quindi poteva essere informato delle sue effettive condizioni.

Se sussiste un rapporto di causa-effetto tra l'anomalia della strada e il danno e se l'Ente pur informato non ha eliminato ogni causa di pericolo, c'è chiaramente concorso di colpa nel verificarsi del sinistro.

Non importa se l'insidia, una buca piuttosto che una galleria al buio, fosse percepibile o meno, circostanza che un tempo fungeva da discriminante per ottenere risarcimenti da parte della Pubblica Amministrazione; non va dimostrato che la vittima avrebbe potuto evitare il pericolo in quanto segnalato, è infatti la stessa presenza del pericolo a costituire reato.

Il custode della strada è arbitro del destino di chi transita nella strada non meno di chi si mette al volante.

Se avete il dubbio che un vostro congiunto sia stato ucciso dalle insidie presenti in un tratto stradale o autostradale, o se il mezzo coinvolto rientra in una serie di veicoli ritirati dalla vendita, non esitate a contattare il nostro studio legale. Valuteremo insieme l'azione da intraprendere contro i responsabili.

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Scritto da

Boccadutri Studio legale

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