Omicidio e lesioni sul lavoro: il nuovo Ddl

Nel 2016 sono state 641 le morti sul lavoro.

10 MAR 2017 · Tempo di lettura: min.
Omicidio e lesioni sul lavoro: il nuovo Ddl

Il Ddl presentato in Senato propone l'introduzione di due nuovi reati: lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime e l'omicidio sul lavoro.

Secondo l'Osservatorio Indipendente di Bologna, sono state 641 le morti sul lavoro nel 2016. 1400 se si considerano quelle che sono avvenute in strada o in itinere. Il settore più colpito dagli infortuni o dalle morti sul lavoro è quello agricolo, seguito da quello dell'edilizia. Per cercare di porre fine a questo problema, a fine febbraio scorso, il parlamentare Giovanni Barozzino ha proposto in Senato un Ddl per inserire due nuovi reati nel Codice Penale, le lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime e l'omicidio sul lavoro.

Secondo i sostenitori del Ddl, questa proposta di legge dovrebbe servire a ridurre gli incidenti e le morte sul lavoro e istituire «una punizione più severa nei confronti di chi sul lavoro cagiona la morte di vittime innocenti, per distrazione, disinteresse, o peggio per un'assoluta noncuranza delle normative sul lavoro dimostrando di dare la precedenza ad altri interessi e valori rispetto alla tutela massima della vita umana in ogni manifestazione sociale».

Cosa prevede il disegno di legge?

Nonostante le ultime leggi su questo tema, il Ddl intende inasprire le pene riguardanti l'omicidio sul lavoro e gli infortuni. Ecco cosa prevede.

Omicidio sul lavoro

La proposta di legge prevede l'introduzione dell'articolo 589-quater all'interno del Codice Penale che attribuisce rilevanza penale a una serie di condotte legate al tema della sicurezza. L'omicidio sul lavoro, causato dalla violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, verrebbe punito con la reclusione da 2 a 7 anni. La pena viene aggravata se il datore di lavoro non ha nominato un responsabile sicurezza e prevenzione o non ha eseguito la valutazione dei rischi.

Nel caso in cui il datore di lavoro non abbia messo a disposizione gli strumenti richiesti dalla normativa nazionale ed europea e ciò causi la morte del lavoratore, la reclusione va dai 5 ai 10 anni. La pena oscilla fra gli 8 ai 12 anni se la morte viene causata dalla violazione delle norme in materia di sostanze pericolose e agenti biologici. La reclusione può estendersi fino ai 18 anni se è stata provocata la morte di una o più persone.

Lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime

Il Ddl introduce l'articolo 590-quinquies nel Codice Penale riguardante le lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime. Il datore di lavoro che si macchia di questo reato, causato dalla violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, può essere punito, per le lesioni gravi, con la reclusione da tre mesi a un anno e per le lesioni gravissime da uno a tre anni.

Come nel caso dell'omicidio sul lavoro, il datore di lavoro che non ha nominato un responsabile sicurezza e prevenzione o non ha eseguito la valutazione dei rischi e causa lesioni al lavoratore viene punito con la reclusione dai 3 ai 5 anni per le lesioni gravi, e dai 4 a 7 anni per quelle gravissime.

Per chi non mette a disposizione la strumentazione richiesta dalla normativa, causando così lesioni, rischia da 1 anno e mezzo a 3 anni di reclusione per lesioni gravi, e da 2 a 4 per le lesioni gravissime. Se le lesioni comprendono più persone, si applica la pena più grave triplicata, senza però superare i sette anni.

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