Qual'è l'iter burocratico corretto da seguire?
Buongiorno, gentili Avvocati.
Mi rivolgo a voi per sottoporvi la mia vicenda e le annesse perplessità della mia famiglia: circa quattro anni fa ho ricevuto una diagnosi da uno psichiatra e ho seguito una terapia farmacologica di un certo tipo. Durante il periodo di assunzione di quei farmaci, ero iscritta a scuola guida e stavo superando le visite propedeutiche al conseguimento della patente B. A causa di quel che assumevo, mi venne detto che ero obbligata a conseguire la patente speciale. Con innumerevoli problemi che non sto qui a descrivere, mi venne concessa l'iscrizione all'esame di teoria e, a seguito della bocciatura, non volli più conseguire la patente. In accordo con lo psichiatra, seguii nei mesi successivi un piano per smettere i farmaci che non volevo più assumere. Da ormai tre anni non assumo più alcun farmaco e in vista di un imminente trasferimento dalla città alla provincia mi trovo costretta a tentare nuovamente di prendere la patente B.
C'è tuttavia il forte sospetto che il mio nome rientri ancora tra i richiedenti la patente speciale da qualche parte alla motorizzazione o in qualche registro della commissione medica.
Vorrei chiedere dunque qual'è, ad oggi, l'iter burocratico più corretto da seguire per poter ripetere tutto il percorso senza intoppi, dato che in assenza di quei farmaci non c'è alcuna ragione di considerarmi una patente speciale.