Badante Extracomunitaria -Diffida e messa in mora per differenza paga.- -
Egr.Avvocato ,
Le sottopongo il quesito oggettivato,con preghiera di segnalare quale strada intraprendere nella vertenza in argomento:
Premesso,che nel mese di dicembre 2019,a seguito di passaparola,si procedeva in modo verbale all'assunzione di persona extracomunitaria priva di permesso di soggiorno con la corresponsione di compenso mensile in contanti di euro 750,00 oltre vitto ,alloggio e riposo settimanale domenicale per l'assistenza a mia madre allora autosufficiente in possesso di legge 104//1992 e s.m.i. con la seguente diagnosi:"invalido con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta";
-con l'entrata in vigore del D.L.34/2020 "emersione di rapporti di lavoro", ai sensi dell'art.103-comma 1 giusta comma 3)-lettere b e c, mia madre avvalendosi di sindacato di categoria, procedeva in data 02 agosto 2o2o a voler concludere un contratto di lavoro di lavoro domestico con la cittadina straniera soggiornante territorio italiano, priva di codice fiscale ;
-Premesso quanto innanzi e nelle more della definizione della procedura di regolarizzazione da parte del Prefettura, accertato che,alla badante straniera era concesso codice fiscale provvisorio,si procedeva alla denuncia rapporto di lavoro domestico nel mese di settembre 2021 categoria badante ,a tempo indeterminato e per 25 ore settimanali catg-BS (assistenza persona autosufficiente);documento sottoscritto in calce dalla badante e con paga precedentemente stabilita in euro 750,oo mensili comprensiva di rateo XIII e Tfr (giuste buste paghe sottoscritte);
Si soggiunge che, nel corso del 2021 le condizioni di mia mia madre erano peggiorate, e la stessa, diventata non autosufficiente ,per cui il pagamento delle retribuzioni venivano regolarizzate dalla scrivente (figlia coabitante che,aiutava nella cura e assistenza)-
-in data 26 marzo 2022,la badante ,consegnava e sottoscriveva unitamente alla scrivente (figlia),la decisione di voler interrompere il rapporto di lavoro per motivi oggettivi e,contestualmente chiedeva di ricevere a titolo di trattamento fine di rapporto,ferie e permessi non goduti e XIII mensilita .
In calce al documento la scrivente sottoscriveva unitamente alla domestica ,l'accettazione delle dimissioni ,precisando che tutto quanto dovuto era stato pagato mensilmente all'interessata e che NULLA RISULTAVA DOVUTO;
-A distanza di circa 5 mesi dalle dimissioni,arriva a mia madre (oggi incapace di intendere e volere),diffida e messa in mora in ordine a retribuzioni maturate (a persona non autosufficiente),per differeza paghe;trattamento fine rapporto;XIII mensilità e mancato riposo infrasettimanale;
-A seguito di contatto con lo studio legale il referente comunicava che ,la sua assistita aveva prove sia testimoniali che ,fotografiche di aver svolto lavoro a persona non autosufficiente ,con quantificazione e danni derivanti dal rapporto di lavoro (giusta storia lavorativa allegata alla diffida);
-Si provvedeva all'offerta per una composizione bonaria che non è stata accettata;
Si vuole conoscere il suo pensiero in merito e precisamente:
-che ,validità ha il documento sottoscritto che "Nulla e dovuto" alla cessazione perchè tutto è stato pagato mensilmente;
-che validità ha,la denuncia di rapporto di lavoro presentata all'inps sottoscritto dalla lavoratrice con rapporto di lavoro "badante " ,ore settimanali 25 e retribuzione oraria per cat.Bs (ass.autosufficiente);
-la validità delle buste paghe sottoscritte , (decorrenza rapporto lavoro domestico Inps), per competenze mensili comprensive di TFR e XIII mensilità in deroga al CCNL;
- che validità ha la documentazione fotografica fatta dalla domestica per far valere i presunti diritti di assistenza a persona non autosufficiente in luogo di quanto verbalmente concordato;
Ogni altro utile consiglio al fine di risolvere questa incresciosa vertenza ,in considerazione che mia madre 96enne ,ha solo pensione di reversibilità e invalidità 104, e che ,la stessa coabita con la scrivente (figlia).
Nel ringraziarla ,le porgo saluti
Parisi