La privacy ai tempi della tecnologia

Quali sono le leggi italiane ed europee che proteggono la privacy nel web?

2 NOV 2016 · Tempo di lettura: min.
La privacy ai tempi della tecnologia

In che modo è possibile proteggere la nostra privacy all'interno della rete?

Lo sviluppo della tecnologia e l'arrivo di internet hanno dato vita a un grande progresso e a una maggiore libertà per tutti. I benefici della rete raggiungono tutti i settori, dall'educazione all'informazione, dal marketing alla cultura. Nonostante ciò, questa grande libertà nella comunicazione può avere risvolti negativi che riguardano la sicurezza di ciascuno. È a rischio, infatti, la privacy di tutti gli utenti. Ognuno di noi è schedato all'intenro delle grandi piattaforme di Internet ed è alla mercé degli operatori per creare, con l'informazione in loro possesso, pubblicità e servizi.

Siamo disposti a sacrificare la nostra sicurezza per avere la libertà permessa dal web?

In generale, le leggi di ogni Stato vengono applicate anche a internet, in quanto molti illeciti sono simili a quelli commessi al di fuori della rete. Tuttavia il web non ha barriere e si presta difficilmente a essere controllato. Solitamente, infatti, le operazioni effettuate via internet non si limitano ai confini nazionali ma sorpassano tutte le frontiere senza sforzo. La nuova sfida di questo secolo, dunque, è quella di riuscire a modificare la legislazione nazionale per poter comprendere tutte le fattispecie legate alla rete. Allo stesso tempo, però, è necessario mettere in moto una cooperazione internazionale per poter perseguire congiuntamente i reati che oltrepassano i confini di ogni paese.

La protezione della privacy

Con il termine "privacy" s'intende il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata. Questo diritto è tutelato dall'ordinamento giuridico italiano e da diverse convenzioni internazionali, fra cui troviamo la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. A livello nazionale, la tutela della privacy è contenuta nel Codice in materia di protezione dei dati personali (Codice della privacy, Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196).

Com'è possibile che il Codice protegga anche dalla diffusione così facile e rapida dei dati personali via internet? La sicurezza informatica, infatti, è costantemente messa alla prova e può essere protetta direttamente dal proprio computer attraverso appositi software. Nonostante ciò a livello giuridico si sente sempre più la necessità di ampliare ulteriormente la tutela della privacy nella rete.

Il Codice già contiene il reato di illecita diffusione di dati personali che si dirige anche a tutte quelle persone che pubblicano in rete dati personali al di fuori dei casi previsti dalla legge e senza aver ricevuto l'espressa autorizzazione del soggetto interessato. Nel corso degli anni sono stati aggiunte altre fattispecie per lottare contro i reati informatici. Uno dei più importanti è quello della frode informatica. L'articolo 640 ter del codice penale, infatti, afferma che

«chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti, procura a se o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 516 a euro 1032 […]».

Un grande passo in avanti è stato fatto dall'Unione Europea che, lo scorso maggio, ha approvato il Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali. Per gli Stati membri, la normativa europea entrerà in vigore il 25 maggio 2018 quando dovranno allineare la legislazione nazionale a quella comunitaria.

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