Convenzione edilizia: vincoli derivanti da commi abrogati
Solo di recente io e i miei condomini ci siamo accorti che i nostri appartamenti sono soggetti a una convenzione P.e.e.p. stipulata nel 2001 fra il Comune e il costruttore che ce li ha venduti; nel testo di questa convenzione si richiama l’articolo 35 della legge 865/1971.
Inoltre è stato stipulato nel 2003 un atto integrativo alla convenzione del 2001 che invece richiama l’art. 7 e 8 della legge 10/1977 e art. 17 del d.p.r. 380 del 2001.
Questa convenzione è stata menzionata nel rogito di compravendita ma nessuno di noi, al momento dell’acquisto, si è accorto o è stato avvisato di questa convenzione.
Va sottolineato che, per effetto della suddetta convenzione, su di noi ricadono i seguenti vincoli:
nel testo del 2001
• Impossibilità di cessione o locazione per i primi 5 anni;
• Per i successivi 15 anni possibilità di vendere o affittare solo a soggetti aventi i requisiti per l’ottenimento di contributi di edilizia convenzionata e agevolata; in questo periodo il prezzo di vendita viene stabilito dal Comune;
• Dopo tale periodo possibilità di vendita senza limiti di prezzo a chiunque o di locazione solo a favore di persone aventi i requisiti per l’ottenimento di contributi di edilizia convenzionata e agevolata pagando al Comune la differenza fra il valore di mercato dell'area e il prezzo pagato al comune (rivalutato secondo indice istat);
nel testo del 2003
• prezzo massimo di cessione e canone di locazione: invariato per i primi 5 anni, poi determinato da convenzione con aggiornamento biennale per i successivi 15 anni
• vendita possibile solo a favore di persone aventi i requisiti per l’ottenimento di contributi di edilizia convenzionata e agevolata.
Riguardo i vincoli che comportano il pagamento al Comune della somma pari alla differenza fra il valore di mercato dell'area e il prezzo pagato al comune (rivalutato secondo indice istat) e i vincoli che comportano la cessione o la locazione solo a favore di persone aventi diritto contributi di edilizia convenzionata e agevolata, io credo che questi derivino dai commi dal 15 al 19 dell’ l’articolo 35 della legge 865/1971 che però mi sembra fossero già stati abrogati, per effetto dell’art.23 c.2 L.179/1992, nel periodo di stipula della convenzione in oggetto.
Siamo quindi nella situazione di una convenzione che rispetta la legge che la governa in quanto contiene tutti i vincoli che la legge stabilisce, ma che contiene anche dei vincoli in più perché dettati da commi abrogati precedentemente la stesura della convenzione stessa.
Ora la mia domanda è: in una convenzione si possono inserire vincoli che non sono contemplati nella legge che stabilisce come la si deve redigere? In altri termini: in un atto si possono inserire clausole che la legge non prevede?
Il Comune poteva inserire quei vincoli in convenzione?
E soprattutto: può chiedere soldi stabiliti da quei vincoli?
Se la risposta è no, cosa può fare il Comune per liberarci dai vincoli derivanti i commi abrogati senza che questo comporti alcun esborso per noi proprietari?
Grazie.
Cordiali saluti