Riforma del processo penale: i provvedimenti del governo

Il 2 ottobre scorso, il Consiglio dei ministri ha approvato diversi provvedimenti riguardanti la riforma del processo penale.​

10 OTT 2017 · Tempo di lettura: min.
Riforma del processo penale: i provvedimenti del governo

I temi dei decreti legislativi sono i giudizi d'impugnazione, il principio della riserva di codice nella materia penale e di rapporti giurisdizionali con le autorità straniere.

Con l'emanazione della legge n.103 del 23 giugno 2017 riguardante le "Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario", il governo ha ricevuto la delega su alcuni temi con l'obiettivo di legiferare rispetto ad alcuni punti contenuti nella riforma penale. In particolare modo, il 2 ottobre scorso, il Consiglio dei ministri ha approvato diversi provvedimenti riguardanti la riforma del processo penale.

I decreti legislativi approvati riguardano tre temi: i giudizi d'impugnazione, il principio della riserva di codice nella materia penale e di rapporti giurisdizionali con le autorità straniere. Quali sono le novità principali contenute nei provvedimenti approvati dal Governo?

Giudizi d'impugnazione

L'obiettivo di questo decreto, approvato in esame preliminare, è quello di semplificare e rendere più rapidi i processi e riguarda la parte della riforma legata ai giudizi d'impugnazione e in particolare modo "alla deflazione del carico giudiziario, mediante la semplificazione dei procedimenti di appello e di cassazione". Il decreto cerca di circoscrivere il potere d'impugnazione sia del pubblico ministero che dell'imputato. In particolare modo, il provvedimento indica "i casi nei quali è ammesso l'appello del pubblico ministero contro le sentenze di condanna (se hanno modificato il titolo di reato o escluso la sussistenza di una circostanza ad effetto speciale o stabilito una pena di specie diversa da quella ordinaria del reato) e quelli nei quali può appellare l'imputato, che si segnalano per l'assenza di limite alcuno, trattandosi di condanne, e quindi di pronunce strutturalmente sfavorevoli per l'imputato".

La riserva di codice

Questo decreto prevede "l'inserimento nel codice penale delle fattispecie criminose previste da disposizioni di legge in vigore che abbiano a diretto oggetto di tutela beni di rilevanza costituzionale, quali la vita e la protezione della comunità civile" così come richiesto dalla legge n.103. L'obiettivo è quello di frenare la proliferazione della legislazione penale e di promuovere "una migliore conoscenza dei precetti e delle sanzioni e quindi dell'effettività della funzione rieducativa della pena, presupposto indispensabile perché l'intero ordinamento penitenziario sia pienamente conforme ai princìpi costituzionali" secondo quanto ha affermato il Governo.

I rapporti giurisdizionali con le autorità straniere

Questo decreto è stato approvato in esame definitivo ed è relativo alla riforma del libro XI del codice di procedura penale, riguardante i rapporti giurisdizionali con le autorità straniere. Le norme contenute nel decreto riguardano l'assistenza giudiziaria, alcuni temi legati alla cooperazione penale internazionale per disciplinare la raccolta della prova "in modo da superare i limiti dell'attuale sistema normativo e consentire di fronteggiare le nuove forme di criminalità, specie di quella organizzata, che hanno esteso il proprio raggio di azione oltre i confini dei singoli Stati". Il decreto inserisce, inoltre, alcune norme riguardanti la cooperazione con gli Stati che non fanno parte dell'Unione Europea.

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