Dare da mangiare agli animali randagi: è possibile vietarlo?

Sono state diverse le sentenze contrarie al divieto di dar da mangiare agli animali randagi.

23 OTT 2018 · Tempo di lettura: min.
Dare da mangiare agli animali randagi: è possibile vietarlo?

I comuni possono vietare ai cittadini di dar da mangiare a cani e gatti randagi? Quali sono le leggi di riferimento?

Spesso, nelle città e nei paesi italiani, è possibile trovare per strada gatti e cani randagi. Alcuni abitanti decidono di dare da mangiare a questi animali, permettendo, in molti casi, la loro sopravvivenza. Tuttavia, non tutti sono d’accordo con questa attività che, spesso, è al centro delle polemiche. Uno degli ultimi casi riguarda un comune in provincia de L’Aquila, Cocullo.

Il sindaco di questo paese, infatti, ha emanato un’ordinanza che vieta di dar da mangiare ai gatti nel centro storico. La sanzione per chi viola questo divieto oscilla fra i 25 e i 250 euro. Questa proibizione ha scatenato le critiche e le proteste di associazioni animaliste e di tanti cittadini che hanno accusato il comune di permettere il maltrattamento di questi animali.

Questo non è il primo caso simile in Italia. Comuni e cittadini stessi, infatti, si sono spesso lamentati dei problemi che possono causare questi animali all’interno dei paesi e delle città, soprattutto a livello igienico. Le polemiche riguardanti queste misure sono causate principalmente dall’incertezza causate delle leggi sul tema. Una delle norme di riferimento è la Legge 281/1991, denominata “Legge quadro in materia di anima di affezione e prevenzione del randagismo”.

All’interno dei principi generali di questa normativa si legge che: “Lo Stato promuove e disciplina la tute la degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”. Allo stesso tempo, però, la Legge 281/1991 sancisce che i servizi comunali e i servizi veterinari si attengono, nel trattamento degli animali, alle disposizioni di cui all'articolo 2 che riguardano diverse attività fra cui, ad esempio, il controllo della popolazione dei cani e dei gatti.

Sono state diverse le sentenze contrarie al divieto di dar da mangiare agli animali randagi. La sentenza n. 1135/2015 del TAR della Calabria, ad esempio, ha emesso un giudizio sul regolamento comunale riguardante “la detenzione dei cani e la prevenzione del randagismo canino”, che prevedeva il divieto di assoluto a chiunque di alimentare, anche saltuariamente, cani vaganti di proprietà altrui o senza proprietà. Secondo il TAR calabrese, questa misura non era ammissibile in quanto: “nell'esercizio della funzione di prevenzione del fenomeno del randagismo, l'amministrazione comunale deve pertanto esercitare i poteri regolatori in materia, bilanciando la tutela della salute pubblica e dell'igiene, cui finalizzata la prevenzione del randagismo con l'esigenza di protezione degli animali d'affezione, quali componenti del complessivo habitat naturale, in cui si inserisce la convivenza tra uomo e animale; sotto questo profilo, peraltro, appaiono invero limitati i poteri tecnico-discrezionali dell'amministrazione, avendo il legislatore, nei diversi livelli di governo, optato per la misura della "sterilizzazione", e in ogni caso vietando forme di maltrattamento degli animali, cui riconducibile il divieto di alimentazione”.

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1 Commenti
  • Elisabetta Bandiera

    Io lavoro in un'Hotel e ci sono diversi gatti Li sfamo da anni ormai ma ho anche fatto sterilizzare tutte le femmine per non farle più procreare e far crescere il loro numero I miei datori di lavoro tempo fa misero un comunicato il quale vietava la somministrazione di alimenti ai gatti pena essere sanzionati Io naturalmente ho continuato a sfamarli anche se di nascosto ma loro sanno Cosa mi potrebbero fare a livello di legge?

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