Gent.mo Avv., mi scusi se la disturbo.
Espongo il mio caso. ho un casa di proprietà di cui il 50% è intestato a mio fratello per successione.
Premetto che mio fratello non ha mai risieduto, non ha mai abitato in questa casa e non ha mai avuto le chiavi di casa.
Quindi, non ha mai avuto il possesso di questa casa.
Invece io risiedo dal 1986 (dimostrabile con un certificato storico di residenza) in questa casa abitualmente e cioè prima che morisse mia madre e ho avuto il possesso per il 100%.
Nel 1991, morì mia madre e io ho continuato a possedere e risiedere in questa casa. Ho volturato le utenze (luce, telefono, abbonamento TV) a nome mio e ho fatto anche delle migliorie (impianto gas di città e fibra ottica). Ulteriormente aggiungo che mi sono comportata da proprietaria, intervenendo nelle assemblee condominiali come proprietaria al 100% e cioè per l'intera quota condominiale. A mio fratello, non è mai pervenuta convocazione di assemblea e quindi non ha nemmeno delegato me a rappresentarlo.
Quindi, tutte le convocazioni sono pervenute a me e le quote condominiali di spese ordinarie e straordinarie sono state sempre pagate da me.
A ciò si aggiunga che in questo arco di tempo (ultraventennale) ho fatto causa al condominio come proprietaria e non come comproprietaria. Causa vinta.
Non vi è dubbio che vi è stato un certo disinteresse da parte di mio fratello, il quale non ha mai stipulato un contratto di comodato con me.
Oggi, settembre 2019, mio fratello, tramite una società di mediazione, mi manda a dire che lui ha pagato le tasse e che io abito in quella casa solo per spirito di cortesia.
A parte che contesto la mera cortesia perché avevo il possesso prima che morisse mia madre e quindi, questo arco di tempo dovrebbe cumularsi agli ulteriori vent'anni.
Tuttavia, Le chiedo, sulla scorta di questa breve esposizione, posso intentare una causa per usucapione e che possibilità potrei avere?
La ringrazio anticipatamente.
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Gentile signora Annalisa,se veramente Suo fratello ha pagato le tasse temo destinata all'insuccesso ogni azione di educazione.Cordialmente avv.Alfredo Guarino Napoli
La questione è molto complessa ed avrebbe bisogno che le risponda a molte altre domande., per poterle rispondere in merito ad una eventuale azione in usucapione, che comunque, a mio parere, rimane un azzardo. Ma poichè lei è proprietario dell'immobile al 50 per cento, e ne è evidente possessore, suo fratello non può modificare facilmente questo stato di cose garantito dai fatti e dal diritto. Ma sarebbe il caso che lei spiegasse i termini di questa mediazione azionata da suo fratello. Lei al contrario potrebbe chiedere lo scioglimento della comunione ereditaria ( se c'è stata successione) e potrebbe chiedere l'attribuzione del bene nei termini di legge
Gentile Annalisa,
premettendo che l'usucapione affinché maturi non è necessario che il coerede compia atti di interversione, essendo già possessore dei beni ereditari, seppur pro quota e che è invece necessario che egli estenda il suo possesso in termini di esclusività sull’intero bene attraverso un’interversione di fatto ovvero tramite il compimento di atti idonei e inequivocabili volti ad impedire il godimento altrui, fra i quali non rientrano gli atti di ordinaria amministrazione e quanto appena indicato mi pare sia avvenuto, L’esercizio del possesso «uti dominus» da parte di un coerede deve essere visibile e riconoscibile da parte degli altri coeredi e quindi da parte di suo fratello , che (non per mera tolleranza) deve rimanere inerte e ad esempio non agire se lei non vuole dare le chiavi ecc..
Il fatto che Lei avesse il possesso dell'immobile prima della morte del genitore non ha alcuna rilevanza.
Sono a disposizione per un approfondito esame anche dopo la lettura della domanda effettuata tramite l'organo di mediazione, che immagino sia di divisione
Cordialmente