Una vicenda kafkiana: restituzione giudiziale e contestuale ri-sequerstro

Inviata da Pietro. 21 ago 2019

In un processo conclusosi con sentenza di non luogo a procedere per prescrizione, viene restituito il corpo di reato all’ex imputato del quale non è stata possibile accertare la responsabilità nel reato. La sentenza, non impugnata e passata in giudicato, viene messa in esecuzione dallo stesso Giudice che ordina il dissequestro e la restituzione dei beni al soggetto privato, precisando nel decreto che questi ne è il proprietario. La Polizia Giudiziaria delegata della restituzione dei beni, custoditi in distretto diverso da quello del Giudice dell’Esecuzione, denuncia alla Procura di quest’altro distretto il soggetto beneficiario della restituzione, per “tentato” impossessamento di quei beni. Ottenuto il decreto di sequestro dei beni dal PM di quest’altra Procura, la Polizia Giudiziaria procede notificando il ri-sequestro al destinatario della restituzione. Comunica, altresì, al Giudice dell’esecuzione di aver sovrinteso alle operazioni di restituzione al soggetto privato, senza menzionare minimamente di aver contestualmente ri-sequestrato i beni.
Vorrei sapere da dove cominciare per definire le responsabilità dei soggetti coinvolti in questa vicenda kafkiana.

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Egregio sig.Pietro,la vicenda,così come viene sommariamente descritta,appare grave e meritevole di iniziative sia in sede penale che disciplinare ma,per non incorrere in valutazioni avventate,dovrei prender conoscenza dei provvedimenti.Cordialmente avv.Alfredo Guarino Napoli

Avv. Alfredo Guarino Avvocato a Napoli

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Ritengo che il nuovo sequestro , salvo che vi siano cause e vicende diverse a giustificarlo rispetto alla prima sentenza, sia illegittimo per violazione del principio del ne bis in idem, per lo stesso fatto non si può essere giudicati due volte e così deve valere anche per la misura del sequestro dei beni.

Avv. Antonio Cesarini Avvocato a Bergamo

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