Una convivenza non più sopportabile

Inviata da Rosa. 20 mar 2015

Convivo da 8 anni con una persona che ha perso il posto di lavoro e non riesce a trovarne altri. Abbiamo un mutuo, 2 bimbe di 4 anni e si va avanti ormai solo con quello che guadagno io. Non andiamo d'accordo. È nervoso, mi alza le mani, calci, pugni, tutto questo davanti alle bambine. Quando beve diventa più cattivo. Io lavorando affido a lui le bambine ma non voglio più farlo. Cosa posso fare x non averlo più in casa? Lui la mette sempre sul piano economico. Per andare via vuole la sua parte oppure vendere, ma non c'è un'altra soluzione per tutto quello che sto passando? Preciso che non siamo sposati.

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Gentilissima Rosa,
la soluzione ideale per il Suo caso è inoltrare al Tribunale competente un ricorso per l'adozione dei c.d ordini di protezione che consistono, prima di tutto, nell'ordine di allontanamento del Suo convivente dalla casa familiare; con lo stesso provvedimento verrà disposto anche il divieto a Suo marito di avvicinarsi a Lei anche sul posto di lavoro. Dopodiché occorrerà depositare un ricorso per separazione giudiziale e, in quella sede richiedere, tra le altre domande, l'assegnazione della casa familiare a Suo favore quale genitore affidatario c.d collocatario.

Ho il dovere di informarLa che, per entrambi le procedure, se nell'anno 2014 ha avuto un reddito imponibile inferiore all'importo di euro 11369,24, ha diritto al patrocinio a spese dello Stato. Per inciso la sottoscritta è iscritta nell'Elenco speciale degli Avvocati abilitati al patrocinio a spese dello Stato.
A Sua completa disposizione per qualsiasi necessità.
Cordialmente

Avv. Silvia Parrini

Avv. Silvia Parrini Avvocato a Cascina

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Deve rivolgersi al tribunale e chiedere la regolamentazione dell'affido e del contributo al mantenimento, al più presto, con assegnazione del domicilio coniugale. Presenti anche denuncia penale per le violenze subite, allegando i certificati del pronto soccorso. Al limite si rivolga ad associazioni che aiutano a superare questi momenti.
Resto a disposizione

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Può rivolgersi all'autorità giudiziaria denunziando i fatti accaduti e nel frattempo inviare una lettera dal suo legale, invitandolo ad uscire, oppure semplicemente allontanandosi dalla sua abitazione alla ricerca di un'abitazione più sicura per lei e le sue figlie, allontanamento che deve essere comunicato formalmente al suo compagno e giustificato dalla presenza di violenze. Lei non può tollerare questo stato di cose ma soprattutto per le minori che hanno diritto di crescere in un ambiente sano e tranquillo, con dei genitori che si vogliono bene. In mancanza di un clima sereno, anche lei fa del male alle bambine e corre il serio rischio che intervengano i servizi sociali per evitare il peggio. Si tuteli, prima che sia troppo tardi per le figlie!

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Gentilissima sig.ra Rosa,
le situazioni come la Sua, oggi, sono sostanzialmente equiparate, in virtù della presenza di figli minorenni, a quelle regolate dal matrimonio. Pertanto Le consiglio di rivolgersi ad un legale di Sua fiducia perché adisca il competente Tribunale.
Ovviamente, Lei ha sempre l'opportunità di valutare anche se procedere penalmente, qualora ce ne siano ancora i presupposti, contro il Suo convivente per i reati da lui commessi in Suo danno o in danno delle bambine.
Rimango a Sua disposizione per ogni ulteriore occorrenza e necessità in merito.
Cordialmente
avv. Livio T. Operamolla

Avv. Livio Teseo Operamolla Avvocato a Margherita di Savoia

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La circostanza che non siete sposati, facilita solo alcuni aspetti, essendo evidente che trattasi di una convivenza more uxorio, caratterizzata, nella continuità del rapporto, anche dalla presenza di figli naturali.
Sotto il profilo penale Le evidenzio come la condotta del suo compagno, se reiterata nel tempo e caratterizzata da forme di violenza fisica e/o psicologica, integra, pacificamente, la fattispecie dei maltrattamenti in famiglia, ex art. 572 c.p. Ulteriormente aggravati quando i figli minori sono spettatori delle violenze fisiche e/o psichiche da Lei subite.
Immediatamente dopo il prossimo episodio di violenza, Le consiglio di andare al pronto soccorso per farsi refertare, e, successivamente, recarsi al presidio di polizia ivi presente, per denunziare di essere vittima, unitamente ai suoi figli, di maltrattamenti in famiglia ad opera del suo convivente. In quella sede chieda l'immediata adozione delle seguenti misure cautelari: allontanamento del suo convivente dalla casa familiare (ex art. 282 bis c.p.p.); divieto di avvicinamento, in capo al suo convivente, ai luoghi frequentati da lei e dai suoi figli (art. 282 ter c.p.p.).
Prima, però, di scegliere la via legale e giudiziaria (dalla quale - è doveroso dirlo - difficilmente si può tornare indietro data la natura dei reati di interesse), provi ad attivare un'ulteriore opera di convincimento psicologico, nei riguardi del suo compagno, al fine di farlo astenere da siffatte condotte delittuose.
Sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti intenda richiedermi, nonché per la redazione della denunzia/querela; significandole che, a seguito dell'entrata in vigore della convenzione di Istanbul, le vittime di siffatta tipologia di reati hanno diritto, indipendentemente dal reddito economico posseduto, al beneficio del patrocinio gratuito per i non abbienti, ad integrale carico dello Stato.
Distinti saluti.
Avv. Carlo Monaco

Avv. Carlo Monaco Avvocato a Cosenza

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