testamento: assenza di capacità di intendere e di volere - captazione

Inviata da matteo. 4 giu 2017 Eredità

Buongiorno, vorrei porre un quesito in tema di testamenti olografi/ captazione.
Mia nonna nel gennaio del 2007 redigette un testamento olografo a mio favore e a favore della figlia, mia madre.Il testamento, del quale non conoscevo il contenuto, sigillato in una busta mi fu consegnato da lei stessa nel marzo aprile 2008 dopo che la figlia aveva chiesto l'istituzione di un'amministrazione di sostegno,
Per tutta una serie di vicende - che sarebbe impossibile descrivere in questa sede- i rapporti con mia madre non furono mai buoni e neppure quelli fra mia nonna e sua figlia. Nel novembre del 2008 mia nonna fu sottoposta ad amministrazione di sostegno e nell'aprile del 2010 fu trasferita da casa sua a quella della figlia per 6 mesi e poi in una struttura. Sopraggiunta la morte della nonna ho pubblicato il testamento. Mia madre ne ha pubblicato in seguito un altro con data successiva di quasi 5 anni, quando la nonna era ricoverata nella struttura. Dopo un attento esame della documentazione nel fascicolo del giudice tutelare, sono riuscito a scoprire che il giorno della redazione di tale testamento il 7 dicembre 2011 mia nonna era stata accompagnata a casa della figlia per una giornata. Dopo l'analisi del testamento pieno di cancellature anche sulla data e abrasioni con errori di ortografia, ho sottoposto ad un grafologo l'esame del testo che ha escluso categoricamente che tale testamento potesse essere stato scritto solo da mia nonna. Ho anche scoperto che nell'autunno del 2010, prima di essere trasferita in casa di riposo, mia nonna era stata accompagnata da mia madre dal nuovo amministratore di sostegno in stato di forte agitazione per lamentare il fatto di avere scritto assieme a me un foglietto del quale però non ricordava il contenuto, senza però dichiarare di avere redatto un testamento. In verità mia nonna aveva firmato nel febbraio del 2010 una lettera inviata al precedente amministratore di sostegno. dal sottoscritto. Decidevo di intraprendere un azione legale ex art.700 anche forte del fatto che il legale di mia madre mi aveva dichiarato telefonicamente- debitamente registrato- che avrei dovuto accettare le disposizioni testamentarie del 2011 pena la dissoluzione del patrimonio in danno dei miei figli.
Ero forte del fatto che c'erano diversi referti medici che attestavano un avanzato deficit cognitivo, una CTU del 2008 nella quale si evidenziava la facilità ad essere sottoposta ad influenze esterne, una relazione della commissione medico legale che attestava un deficit cognitivo progressivo nel settembre del 2010 a seguito di un'anamnesi del maggio 2010 in cui il geriatra di fiducia ed il medico di famiglia attestavano un grave deficit cognitivo.
Nell'udienza cautelare, tralasciando il fatto che il giudice adito non sapesse neppure quali fossero le parti e desse l'impressione di non volere decidere, mia madre produceva una revoca di testamento con data 26 maggio 2010, neppure mai pubblicata dal notaio, dichiarando che con quella revoca di due righe io non avevo neppure interesse ad agire. In tale replica mia madre si dichiarava disponibile ad intestare ai miei figli l'immobile occupato dalla mia famiglia e lasciato a me in eredità da mia nonna. Il giudice senza neppure sapere l'ammontare esatto dell'asse ereditario mi invitava ad accettare tale proposta, poichè se non la avessi accettata,, poi avrebbe deciso lei...
Alla fine dopo un termine per presentare ulteriori memorie il giudice si pronunciava per l'inammissibilità del ricorso, poichè secondo lei avrei dovuto chiedere il sequestro giudiziario ex art.670 cpc. Inoltre riteneva il periculum inesistente, poichè mia madre era disponibile ad intestare un immobile ai miei figli, quando in verità gli immboli che mi spettano sono quasi 3. Il giudice comunque non entrava nel merito. Arrivato a questo punto con una condanna al pagamento di € 5700 euro a controparte per spese legali, che cosa posso fare a parte instaurare una causa civile dove chiedo l'annullamento del testamento pubblicato ed eventualmente della revoca non ancora pubblicata a parte l'esclusione dalla successione di mia madre, visti gli inganni perpetrati nei confronti di mia nonna in mio danno? Mi conviene ripresentare la domanda del sequestro giudiziario ora o solo in corso di causa? E' opportuno che sporga delle denunce penali per occultamento di scrittura privata e circonvenzione di incapace? In attesa di qualche consiglio ed eventualemnte di qualche proposta di assistenza. Grazie

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Egregio sig. Matteo,
premesso che la situazione può essere adeguatamente vagliata solo mediante apposito colloquio e previa visione dei documenti in oggetto, si riportano qui di seguito alcuni spunti rilevanti per il caso di specie.
Il beneficiario di amministrazione di sostegno è normalmente capace di testare, salvo che nel decreto di nomina dell'amministratore il giudice tutelare abbia esplicitamente disposto diversamente richiamando le norme in materia di interdizione. Una prima verifica andrebbe fatta, pertanto, in relazione al contenuto ed alla portata del decreto di cui si è detto. Lo stesso dicasi per la capacità di revocare disposizioni testamentarie, che è soggetta alla stessa disciplina operante in materia di capacità di testare. Resta ferma sempre la possibilità di provare lo stato di incapacità naturale del testatore al momento concreto della redazione delle disposizioni testamentarie (ivi compresa la revoca), benché ciò sia piuttosto arduo.
Premesso ciò, qualora lei fosse ragionevolmente certo che il testamento posteriore sia stato manomesso in tutto o in parte, e lo stesso dicasi a proposito della revoca, l'unica strada percorribile nel merito sarebbe quella dell'instaurazione di un giudizio di indegnità ex art. 463 cod. civ., il quale produrrebbe, fra l'altro, l'esclusione di sua madre dall'intera successione di sua nonna. Ovviamente, un'eventualità di tal fatta andrebbe valutata attentamente con l'ausilio di un grafologo e previo esame delle scritture.
Quanto all'opportunità di chiedere un sequestro giudiziario, questa andrebbe vagliata in concreto ed è impossibile stabilire a priori se sussista o meno. In ogni caso, trattasi di mero strumento cautelare che non incide sul merito della controversia.
L'eventuale rilevanza penale della condotta di sua madre andrebbe vagliata attentamente ed è impossibile fornire una risposta in questa sede senza un approfondito esame dei documenti.
Le manifesto la mia disponibilità per qualsiasi chiarimento e/o approfondimento.
Cordiali saluti
Avv. Nicola Sansone

Avv. Nicola Sansone Avvocato a Foggia

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La questione è complessa e riguarda più fattispecie, sia civili che penali: da un lato occorre verificare la validità dei vari testamenti, dall'altro occorre accertare se sono stati posti in essere comportamenti che integrano fattispecie di reato.
L'analisi di cui sopra non può prescindere da una attenta lettura dei documenti, al fine di indicare le azioni giudiziarie più opportune, anche in via cautelare/sommario (quale ad esempio una domanda di sequestro conservativo/probatorio)
Resto a sua disposizione per ulteriori approfondimenti
Stefano Toro

Studio Legale Toro Avvocato a Roma

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Egregio Sig. Matteo,essendomi occupato di diversi casi analoghi,Le dico con tutta franchezza che dovrei esaminare tutta la documentazione,avendo anche un incontro con Lei,per poterle dare un consiglio assennato. Inoltre dovrebbe avvalersi anche dell'ausilio di un esperto in grafologia che sia anche medico legale ed in Italia ve ne sono pochi ma validi.Mi scusi se non sono piu' "sentenziante" ma preferisco esprimere pareri che presumo essere fondati.Cordialmente Avv.Alfredo Guarino Napoli

Avv. Alfredo Guarino Avvocato a Napoli

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