sono amministratore di un'azienda impiantistica;

nel 2013 ho iniziato la costruzione di un capannone da adibire a rimessa per le macchine operatrici; tale costruzione è proseguita a tutto il 2015; il permesso a costruire è del settembre 2013. Il concessionario della riscossione tributi del comune, in forza di un verbale di sopraluogo del novembre 2015, ha richiesto la TARSU INERENTE IL CAPANNONE DALLA DATA DI COSTITUZIONE DELLA SOCIETA' ( AGOSTO 2011) A TUTTO IL 2013. NELLE NOTE INVIATE AL COMUNE E AL CONCESSIONARIO A VALLE DELL'ATTO DI ACCERTAMENTO, HO SEMPRE CONTESTATO TALE PRETESA SOSTENENDO CHE L'IMMOBILE NEL PERIODO D'IMPOSTA CONSIDERATO NON ESISTEVA. NESSUNO HA MAI RISPOSTO. SUCCESSIVAMENTE IL CONCESSIONARIO HA INVIATO UN ATTO DI INGIUNZIONE DI PAGAMENTO AL QUALE MI SONO OPPOSTO MA IN PRIMO GRADO LA COMMISSIONE PROVINCIALE HA RIGETTATO IL RICORSO SOSTENENDO CHE L'ATTO DI INGIUNZIONE è OPPONIBILE PER SOLI FATTI PROPRI; IN SOSTANZA NON ESSENDOMI OPPOSTO ALL'AVVISO DI PAGAMENTO NON POTEVO NEPPURE OPPORMI ALL'ATTO DI INGIUNZIONE PER QUESTIONI SOSTANZIALI E DI MERITO.
DA QUANTO HO CAPITO SE è VERO QUANTO AFFERMATO DALLA SENTENZA CTP E' INUTILE RICORRERE IN CTR. PENSO CHE L'UNICA SOLUZIONE è ASPETTARE IL PRIMO ATTO DI RISCOSSIONE E RIVOLGERMI ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA ORDINARIA. COSA NE PENSATE? CERTO NON POTEVO IMMAGINARE CHE ANCHE SU UN IMMOBILE INESISTENTE IN ITALIA SI POTEVA RISCHIARE DI PAGARE LA TARSU!!!!!!