Mio nipote, il figlio di mia sorella, ha 17 anni e dopo un periodo molto difficile ha ammesso la sua omosessualità. I suoi genitori l'hanno presa malissimo, come se avesse ucciso qualcuno! Io sono preoccupata, con lui ho un legame molto forte e credo dovrebbe essere libero di essere se stesso. Purtroppo i suoi genitori non la pensano così e quella pazza di mia sorella vuole mandarlo in un campo super cattolico e super rigido dove fanno un vero e proprio lavaggio del cervello agli adolescenti, convincendoli di cose assurde e ben poco morali. Lui è pure ateo, è disperato e non vuole andarci! In un caso come questo, si può parlare di abuso su minore? Posso chiamare i servizi sociali o fare qualcosa? Gli stanno rendendo la vita impossibile!
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Gentile Adele,
è evidente che trattasi prima di ogni altra cosa, di un contrasto nel rapporto genitori figli. Eviterei di allertare i Servizi Sociali, sia perchè ciò potrebbe innestare un percorso ulteriormente gravoso di difficoltà, sia perchè - purtroppo - ritengo inadeguato, specie in queste situazioni, l'intervento degli operatori del Servizio Sociale. Farei piuttosto affidamento sul sostegno che Lei può garantire al ragazzo, oltre che al supporto di uno psicologo.
Cordiali Saluti
Avv. Riccardo Galli
Egregia signora,
nel caso rappresentato vi sono fattori a forte matrice conflittuale;probabilmente il ragazzo ( ancora in fase di strutturazione della personalità) ha avuto difficoltà comunicative con la famiglia per trattare l'argomento: per capire se tendenza , inclinazione, o vera ed in toto.
Per attivare il supporto dello psicologo, bisognerebbe prima riconoscene la necessità; potrebbe essere di ausilio al ragazzo aprirsi con una persona vicina , ma esterna in cui ripone fiducia e stima, per tirare fuori ciò che ha dentro e poi " ri-costruire " un dialogo con i genitori per il proprio percorso di vita.
Distinti saluti
Avv. Felice Bruni - Catanzaro
Buonasera,
eviterei allo stato di informare i servizi sociali. Peraltro trattasi di un quasi maggiorenne. Consiglierei a suo sorella una seduta famigliare presso una psicologa/o o anche presso un consultorio famigliare.
Cordiali saluti
avv. Filippo De Luca
Gentilissima Adele,
a mio modesto avviso ritengo non opportuno l'intervento dei Servizi sociali che potrebbe anche peggiorare la situaziine aggravando il delicato stato psicoligico di Suo nipote.
Piuttosto cercherei nuovamente di parlare con Sua sorella facebdole magari comprendere che, cosi' comportandosi, stanno facendo del male al loro figlio.La inviterei a parlarne ed aprirsi con una psicologa.
Nel contempo starei molto vicina a Suo nipote dandogli tutto il supporto di cui ha bisogno in questo momento.
Cordialmente.
Avv.Silvia Parrini (FORO DI PISA)
Buongiorno
Condivido la posizione del collega.
Si rechi dai servizi sociali esponendo il caso. Con ogni probabilità convocheranno i genitori.
Se ciò non dovesse portare ad esiti positivi, ci sono alternative giudiziali da porre in essere prima del compimento della maggiore età.
A disposizione per chiarimenti
Cordiali saluti
Avv Annamaria Vizzolesi
Gentile Adele
il consiglio è quello di recarsi effettivamente presso i servizi sociali della sua città ed esporre il problema. Purtroppo suo nipote è ancora minore, tuttavia a seconda delle modalità in cui trattano il figlio potrebbe in linea teorica anche concretizzarsi una situazione di violenza.