Buongiorno, dopo aver usufruito del congedo parentale per 6 mesi tra qualche settimana rientrò a lavoro. Il datore di lavoro mi ha comunicato che assumeranno a tempo determinato la persona che mi ha sostituito e che dovremmo dividerci i compiti che prima svolgevo da sola. Lasceranno invariato to il mio orario di lavoro, ma ho molti meno compiti tali secondo me da non giustificare il mio attuale orario di lavoro. La preoccupazione è che tra qualche mese mi diranno che le mie attuali ore lavorative sono troppe e di conseguenza riduranno l'orario oppure addirittura mi licenzieranno. Io ho un contratto part time a 20 ore settimanali ed ero l'unica dipendente assunta in quella mansione. Come deve comportarmi? Cosa rischio?
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Buongiorno,
la legge tutela la sua posizione e pertanto certamente qualora il datore di lavoro dovesse ridurle ingiustificatamente l'orario di lavoro e fianco licenziarla, certamente lei potrà tutelarsi ove vi siano le condizioni.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Avv. Tiziana Vianello - Padova
Buongiorno,
il caso è particolare ed andrebbe visto nel dettaglio per fornire degli elementi di valutazione personalizzati.
In generale alcune nozioni.
La gravidanza e la maternità sono tutelate dalla legge per quanto riguarda la condizione lavorativa. In particolare chi rientra da un periodo di maternità non può essere licenziato fino al compimento di un anno del figlio.
Per quanto riguarda il demansionamento, questo è da intendersi sempre negativo se non è giustificato da un ridimensionamento aziendale o dalla sospensione dell'attività produttiva. Se, come in questo caso, si opta per la riduzione del carico di lavoro, occorre accertare se questo sia stato reso al fine di favorire la gestione lavoro/famiglia della lavoratrice o invece, per danneggiarne la carriera.
Ciò premesso, non è ovviamente possibile fare un "processo alle intenzioni" del suo datore di lavoro; qualora accadesse quanto da lei temuto e quindi venisse accertato che la lavoratrice al rientro dalla maternità sia stata discriminata potrà agire in giudizio per ottenere un risarcimento del danno.
Sarà un legale di sua fiducia, sulla base degli elementi specifici a valutare come consigliarla al meglio.
Saluti,
Avv. Valentina Federighi