Pensione di reversibilità tra prima e seconda moglie
Nel 2018 è morto un uomo pensionato, rimasto sposato con la prima moglie per 23 anni (1984-2007), poi risposatosi nel 2015 e rimasto con la seconda moglie per 3 anni (fino al decesso). La prima moglie chiede, per vie legali, che le venga riconosciuta una parte della reversibilità della pensione dell'ex marito (che ammontava a circa 1200€) sulla base del fatto che dal divorzio fino al decesso l'uomo era tenuto a versarle un assegno di mantenimento mensile di 400€. Il giudice, sulla base degli anni di matrimonio e della situazione economica delle due donne (la prima moglie con un isee inferiore agli 8000€, la seconda con due case di proprietà e un isee molto elevato), stabilisce che la reversibilità debba essere ripartita all'85% alla prima moglie e al 15% alla seconda moglie. Tenuto conto di ciò, l'INPS ritiene che, dato che la seconda moglie finora non stava percependo la reversibilità completa bensì circa 250€ (dato il suo elevato reddito), la quota dell'85% ora spettante alla prima moglie debba essere calcolato sulla base di questi 250€ (e quindi poco più di 200€) e non sulla base della reversibilità completa, nonostante la prima moglie abbia una situazione economica molto bassa.
La domanda è: tutto ciò è corretto oppure l'INPS sta commettendo un errore? È giusto che la prima moglie percepisca una reversibilità di molto ridotta (rispetto alla pensione originaria del defunto) sulla base dell'ISEE della seconda moglie, oppure no? E, in caso di futuro e prematuro decesso della seconda moglie, la prima continuerebbe a percepire la reversibilità? Se sì, in che misura?