Pareri e consiglio su un matrimonio da fare
Mi rivolgo a Lei in quanto mi trovo in una situazione, per me imprevista (ed imprevedibile) fino una settimana fa.
Ho poco più di 55 anni e sono separata (ma non divorziata) dal mio ex marito.
Pochi giorni fa, un mio “caro amico”, poiché aggravatosi di salute per il progredire della sua malattia, mi ha chiesto di sposarlo. (Non escludo che lui lo abbia fatto per “farmi ereditare” la sua pensione maturata. Ha maturato una pensione ma, essendo ancora in età lavorativa, ancora non percepisce nulla). Ha un figlio maggiorenne (per cui tutti gli immobili andrebbero al figlio MA IO NON HO NESSUNA INTENZIONE DI APPROPRIARMI DEI BENI IMMOBILI E/O DELLA MERCEDES E/O DI EVENTUALI CONTI CORRENTI BANCARI E/O ALTRI BENI MATERIALI. Mi basta (e mi avanza) il poter ereditare la pensione (anche perché, se non la ereditassi io, CREDO, che andrebbe persa).
I miei timori/dubbi/perplessità, sono i seguenti:
1) In sede di nuovo matrimonio se volessi optare per la SEPARAZIONE DEI BENI, potrei perdere per il futuro la possibilità di “avere la reversibilità della pensione” ? Così ho sentito dire ma non so se sia vero.
2) In sede di successione, in mancanza di eventuale testamento, posso rinunciare alla “legittima” senza perdere il diritto all’eredità della pensione ?
3) PARTE PIU’ SPINOSA E CONTROVERSA:
Dal 2000 al 2012 sono stata socia (al 40%) di una Srl che aveva la proprietà e la gestione di un’attività commerciale (vendita al dettaglio e all’ingrosso di generi alimentari). L’altro socio era, ovviamente, al 60% ed era l’amministratore unico.
Dal 2000 al 2010 sono stata socia e ci lavoravo percependo uno stipendio di circa 2.000 euro. Poi, per miei problemi personali (drastica diminuzione del lavoro) , ho preferito andare a lavorare altrove mantenendo però le quote. Il mio (ormai ex) socio mi corrispondeva, comunque, “un mensile” di circa 350 euro (lo chiamava “acconto sugli utili”).
Questo “mensile” l’ho percepito fino a settembre 2012. Dopo quella data non ho più preso nulla. Un giorno andai in ufficio e vidi che molti degli impiegati erano cambiati ma il mio ex socio c’era sempre e continuava a fare il direttore. Poi, da dicembre 2012 non l’ho più sentito e visto.
Nel 2014, come un fulmine a ciel sereno, mi scrive un curatore fallimentare il quale mi comunica che la Società era stata dichiarata fallita e mi chiede una serie di documenti contabili relativi alla Società. Mi sono recato dal Commercialista e porto tutto ciò che mi avevano richiesto. Proprio il commercialista mi dice che il mio ex socio, ad agosto 2012, aveva venduto l’attività e che nell’accordo era stabilito che lui rimanesse, come direttore, fino a dicembre 2012.
In quell’occasione il commercialista mi disse anche che non c’erano gli estremi del fallimento visto che era al di sotto di certi “requisiti minimi” e che, comunque l’azienda aveva dei crediti che superavano i 600 mila euro.
PURTROPPO, fidandomi di alcune conoscenze mi sono affidato ad un avvocato (DICEVA DI ESSERE ESPERTO DI DIRITTO FALLIMENTARE…) CHE NON HA FATTO ALTRO CHE aggravare la mia situazione !!!
E QUI ARRIVA IL vero problema !!! Il curatore fallimentare, nel chiamarmi in giudizio, mi ha fatto un sequestro conservativo di un immobile che posseggo al 50% col mio ex marito. In primo giudizio sono stata condannata e la casa dovrebbe andare all’asta. Anche se, il “nuovo avvocato” ha già fatto ricorso (e sembrerebbe che nel ricorso abbia proposto, AL MASSIMO, un rimborso per 60mila euro.)
La domanda che Le faccio è: in vista del mio nuovo matrimonio, eventualmente, il curatore fallimentare, nel caso di mia nuova condanna, potrebbe intaccare ANCHE gli immobili del mio “nuovo marito” ?
Sempre in caso di mia condanna al risarcimento, potrebbe rivalersi sulla mia, eventuale, pensione di reversibilità ?