Salve...vorrei sapere come funziona l'occupazione per fini abitativi, nel senso: in quali conseguenze legali incorre chi pratica questo tipo di occupazione?
Ho letto che il possesso continuativo e per lunghi periodi dei beni immobili conduce, a volte, in assenza di "problemi", all'acquisizione degli stessi immobili. In quali casi succede? E dopo quanto tempo?
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Salve, l'occupazione abusiva di immobile è punita dall'art. 633 del codice penale. L'esigenza abitativa non è configurabile quale scriminante dello stato di necessità, per qualisiasi pacifica giurisprudenza. Quindi le conseguenze penali sono, a mio parere, indiscutibili.
Se si rientra nell'ipotesi prevista dal primo comma dell'art. 633 è reato procedibile a querela. Quindi in assenza di querela, la condotta non è perseguibile. Se detta condotta perdura poi per almeno 20 anni ininterrotti, sempre se ne sussistono i presupposti civilistici, può configurarsi l'acquisto della proprietà per usucapione.
K'occupazione abusiva è, comunque, un illecito. Per l'acquisizione del diritto occorrono 20 anni di possesso indisturbato. Non conveniente.
Avv. Alessandro Caretta
Solitamente il termine viene usato nelle occupazioni per pubblica utilità (l'atto ablativo o di esproprio). Ai fini dell'usucapione sono prescritti dal c.c. 1158 alcuni requisiti tra i queli spicca la volontarietà dell'occupazione di bene altrui protrattasi senza contestazioni per venti anni. Se il possesso (più che occupazione) ha un titolo (contratto) il dermine viene dimezzato.
Nelle esporpriazioni per p.u. si può verificare il caso che proprio l'Amministrazione dopo venti anni di occupazione illecita invochi l'usucapione per acquistare a "costo zero" il bene su cui è stata relizzata l'opera pubblica. Questo avviene di frequente perché la P.A. si dimentica di procedere all'espropriazione vera e propria.
Avv. Fabio Cannizzaro
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L'occupazione abusiva la rende responsabile sia civilmente che penalmente.
Non vi è alcuna possibilità che si possa acquisire la proprietà con usucapione, se è questo a cui si riferisce, perché chi compie l'atto sa benissimo di non esserne il proprietario, consapevolezza che invece non c'è ed anzi si trova a contrario per chi è veramente convinto di esserne il proprietario, esempio per errori catastali.
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