Salve,
volevo delle spiegazioni su come mi devo comportare in questo caso, spero di essere chiaro nel porvi la domanda. Tutto è successo più di tre settimane fa, quando il compagno della mia ex moglie è venuto a picchiarmi dentro la mia casa e davanti gli occhi di mio figlio. Ora mio figlio non vuole più stare con me (da premettere che sicuramente avrà subito dei lavaggi del cervello da parte della madre) nei giorni stabiliti dal giudice e tanto meno nei weekend. Adesso volevo sapere cosa potrei fare e come posso tutelarmi perché non vorrei mettermi dalla parte sbagliata e subire qualche denuncia tipo che sono io che non vado a prenderlo. Grazie per la vostra cortese attenzione.
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Gent.Sig. Enrico,
la situazione che Lei descrive è evidentemente molto grave, delicata e complessa. Per consigliarLe le iniziative più efficaci ed opportune da intraprendere occorrerebbe un accurato approfondimento di tutta la situazione, che ha sicuramente avuto una sua evoluzione, fino a giungere al punto drammatico che ha descritto e che vede Suo figlio rifiutare ogni rapporto con Lei.
Le strade percorribili sono tante e per sceglierne una o più di una insieme è essenziale questa disamina. Si può procedere penalmente, si può pensare ad una diffida, si può proporre una mediazione, l'intervento di un terapeuta, una presa in carico familiare da parte di un equipe specializzata tipo centro per la famiglia, si può decidere di procedere immediatamente in via giudiziale e di chiedere in tale sede una CTU psicodiagnostica oltre all'ammonimento del genitore inadempiente, si può chiedere un'indagine psicosociale attraverso il Servizio territorialmente competente, si può pensare di sollecitare direttamente il Servizio Sociale e altro ancora. Qualsiasi azione dovrebbe comunque partire da una tempestiva lettera di intervento del legale che andrà ad incaricare, che dia atto di quanto accorso in termini chiari, perché la realtà non possa essere travisata o ribaltata (è assolutamente ragionevole il Suo timore).
Le segnalo che mi occupo da circa 20 anni esclusivamente di Diritto di famiglia e Minorile.
Un cordiale saluto
Avv. Raffaella Angelica Molendini (Milano, Roma, province)
Gentilissimo Enrico,
la situazione è delicata e immagino dolorosa. Io prima di intraprendere azioni legali procederei a parlare con la sua ex moglie anche se immagino che i vostri rapporti non sono dei migliori. Sarebbe ancora più doloroso per suo figlio essere costretto a vederla. In bocca a lupo
esprimendoLe anzitutto solidarietà per il grave fatto occorso, Le consiglio di scrivere, tramite un Suo avvocato di fiducia - o altrimenti tramite il sottoscritto, che si mette a Sua disposizione - alla Sua ex moglie ricordandole il suo diritto di visita che deve essere rispettato, perché altrimenti Lei sarà costretto a rivolgersi agli assistenti sociali e al giudice. Per poterLa assistere devo ovviamente esaminare provvedimento del Tribunale o l'accordo con la sua ex consorte che disciplina il diritto di visita.
Se non riuscisse a chiare la situazione nemmeno con Suo figlio si può pensare ad un ricorso al tribunale competente per la modifica delle condizioni di separazione-divorzio riguardanti l'affidamento e il mantenimento del minore. Tutto ciò restando impregiudicata ogni azione in sede penale contro l'attuale compagno della Sua ex moglie per l'incivile episodio delle percosse.
Il mio studio si mette a Sua disposizione, saluti cordiali,
Egr. Sig. Enrico.
sicuramente dovrebbe cercare di parlare a sua moglie e trovare insieme a lei una soluzione (anche se da quel che racconta temo non sarà facile). In ogni caso può ricorre al tribunale che con l'ausilio degli assistenti sociali possano aiutarla (ed aiutare suo figlio) al riavvicinamento.
Scriva intanto una rrr a sua moglie facendo presente l'accaduto e le conseguenze, ossia il fatto che suo figlio non vuol stare con lei. La questione è più rilevante, tanto più si tratti di bimbo piccolo. Se sua moglie cerca di aiutarla, vedete di superare la cosa, diversamente deve proporre ricorso in tribunale per la modifica delle condizioni, e richiedere eventualmente una consulenza psicologica sulla famiglia
Resto a disposizione
Innanzitutto è necessario conoscere l'età di Suo figlio; quindi, a prescindere da eventuali azioni in sede penale, dovrebbe ricorrere avanti al tribunale territorialmente competente per valutare se e come modificare le condizioni di separazione-divorzio riguardanti l'affidamento e il mantenimento del figlio. Molto probabilmente, se si trattasse di figlio mnorenne, si renderà necessaria una consulenza tecnica.
Cordiali saluti
Avv. Marco Rigoni
Farei scrivere dal suo legale ricordando che ha un provvedimento che disciplina il suo diritto di visita che deve essere rispettato, in assenza del quale Lei sarà costretto a rivolgersi agli assistenti sociali: ritengo infatti che da quanto Lei descrive sia in possesso di un provvedimento del Tribunale o di un accordo con la sua ex compagna che disciplina il diritto di visita.
Se non ottiene nulla, il figlio non vuole venire con Lei, allora valuterei l'ipotesi dei Servizi Sociali che attenzione vanno chiamati laddove solo non si possa sbloccare altrimenti la situazione. Tenga da conto che visto l'episodio delle percosse che ha subito dall'attuale compagno della madre di suo figlio, valuterei anche l'ipotesi di una denuncia penale segnalando che ciò è avvenuto alla presenza di suo figlio.
In ogni caso sarebbe opportuna l'assistenza di un legale, vista la delicatezza della situazione.
Sarebbe il caso che lei facesse 1 racc rr alla moglie dove ribadisce il diritto di visita al figlio fa presente che tutti i giorni di visita lei va sotto casa e lo aspetta per portarlo via ma lui non scende poi può fare 1 ricorso per fare presente questa situazione
Gentile signore,
la risposta al tema richiesto - a parte l'ultimo episodio cennato - probabilmente interpella delle situazioni comunque in essere dal momento della separazione.Ferma restando la necessaria interlocuzione con Suo figlio sarebbe opportuno presentare una segnalazione al Tribunale di Minori competente per luogo.Potrebero infatti verificare l'evoluzione del rapporto della ex moglie con il convivente e l'inferenza di detto rapporto con Suo figlio; se sussistono pressioni od altro possono emergere in tale contesto.
Distinti saluti
Avv. Felice Bruni - Catanzaro
Gentile Enrico,
Se suo figlio rifiuta il contatto con lei sarebbe opportuno informare l'autorità competente, con un ricorso nel quale si specifichi del rifiuto categorico del figlio ad avere qualunque tipo di rapporto con lei,nonché dell’incapacità di sua moglie ad evitare conflitti, e quindi, in funzione del superiore e prevalente interesse del figlio, di redisporre l’affidamento condiviso secondo le indicazioni emerse in sede di ascolto, e incaricando i servizi sociali di tentare la “riconciliazione”.
avv. marina ligrani
Gentilissimo Enrico,
per rispondere alla Sua domanda sarebbe prima di tutto opportuno conoscere l'età di Suo figlio.
Resto in attesa della Sua cortese risposta.
Cordialmente.