Maltrattamenti in famiglia da parte di padre e sorella, cosa fare?

Inviata da Edoardo94. 7 giu 2019

Buongiorno,
sono un ragazzo di 26 anni studente universitario prossimo alla laurea.

Vi scrivo perché la situazione con i miei familiari, sempre stata molto difficile, mi è diventata quasi insostenibile e vorrei avere dei consigli sul da farsi.

Ho un padre e una sorella verbalmente e psicologicamente molto violenti.

Mio padre mi urla e insulta almeno il 50% delle volte che mi parla, da quando sono piccolo. Basta un niente (ad esempio che cada una macchiolina di sugo sulla tovaglia o che gli faccio una domanda quando non ha voglia di rispondermi) perché si arrabbi tantissimo, e quando capita mi accusa di cose che non ho fatto, mi urla fortissimo insultandomi pesantemente e minacciando di cacciarmi di casa o di non pagarmi più gli studi. Inoltre non mi lascia mai parlare, zittendomi, scimmiottandomi e dicendo che non mi vuole ascoltare perché per gli racconto solo bugie. Se provo a parlargli in un secondo momento, provando con calma a chiarire la questione o chiedendogli semplicemente di parlarmi quando ha da dire qualcosa, senza insultarmi ne urlare, si arrabbia ancora più di prima, perché dice che non devo permettermi di dire che mi tratta male.

Mia sorella (24 anni), ha un carattere molto simile a lui e si comporta praticamente allo stesso modo se non peggio con me (con la differenza che a lei non chiedo mai nulla e si comporta così solo perché ,a mio parere, le dà fastidio la mia presenza) : urlandomi e insultandomi come una matta al posto di parlare, dandomi colpe che non ho quando le dico di smetterla (per girare le questioni a suo favore anche quando non ho fatto niente), inoltre mi ha minacciato più volte di morte in momenti di rabbia, per motivazioni davvero ridicole. Ad esempio l'ultima che è successa, due settimane fa circa, solo perché stavo ripetendo un esame ad alta voce in camera mia la domenica, si è messa ad urlare dandomi del “coglione” (cit.), e quando le ho risposto di dirmi cosa avevo fatto di male e di non insultarmi, mi ha detto: "stai zitto o ti infilo un coltello in gola". Parlarne con lei per provare a chiarire è inutile (ci ho già provato tantissime volte) e dire questo a mio padre (come capirete) tanto meno.

Mia mamma in tutto questo è sempre passiva, non dice mai nulla se non di sopportare e sembra pendere dalle labbra di mio padre che la "gira" come vuole. E se dice qualcosa a mia sorella, quest'ultima le urla contro fortissimo e la zittisce subito.

Io da un anno vivo in una casa in affitto nella città nella quale studio (anche se è a solo 50 km da casa), sono riuscito a spostarmi qui con la scusa che tra laboratori e lezioni altrimenti non avrei più avuto tempo per studiare se dovevo affrontare anche i viaggi, ho litigato tantissimo ma alla fine sono riuscito ad avere questo appartamento. Sto molto meglio qui, però comunque il rapporto con i miei genitori e l'ansia per il fatto che mio padre che mi continua a minacciare di lasciarmi senza soldi non mi fanno vivere bene.
Poi torno dai miei ogni fine settimana per prendere i soldi della settimana seguente, dato che mio padre vuole darmi soldi solo in contanti e non ha intenzione di farmi il bonifico o darmi una carta. E ogni volta che torno mi prendo sempre urla e insulti per assurdità, e minacce come ho già detto da parte di mio padre di non mantenermi più (sempre per motivazioni davvero assurde o tante volte solo per farmi pesare il fatto che mi paga gli studi), cosa che mi mette addosso un’ansia pazzesca e non riesco più a godermi l'università. Sono davvero stanco di questa situazione, soprattutto perché chiedo il minimo indispensabile, sono un bravo ragazzo e uno studente diligente.
Inoltre per questa mia scelta obbligata per vivere un po’ meglio, mi vedo pochissimo sia con la mia fidanzata sia con i miei amici.


Ho pensato più volte di andar via di casa definitivamente ed esser indipendente, ma mi ha sempre bloccato il voler finire gli studi, e trovare un lavoro part-time col quale mi possa mantenere senza avere più rapporti con la mia famiglia mi sembra quasi impossibile dato i costi degli affitti e delle rette universitarie. (sto studiando farmacia e poi vorrei specializzarmi in economia sanitaria tramite un master, che è la mia passione). Però con questo clima familiare faccio molta fatica a concentrarmi, soprattutto per le continue minacce di esser lasciato senza soldi. Inoltre non sento sia giusto quello che sto passando. E soprattutto sono stanco di esser trattato malissimo da mio padre e ancor peggio da mia sorella.

Contestualizzo dicendo che i miei, per soldi lasciati in eredità, e una quota in una farmacia che ha mia mamma, avuta sempre in eredità da mio nonno, economicamente stanno molto bene.



In merito vorrei chiedervi queste cose:

-potrei agire legalmente contro i miei familiari in qualche modo? Registrare ciò che mi dicono e come mi trattano sarebbe utile?

-sono obbligati a pagarmi gli studi fino alla fine (master compreso)? e se decidono di non darmi più i soldi come faccio?

-qualche consiglio su come uscire da questa situazione?

vi ringrazio anticipatamente

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Buongiorno Richi93, dalla narrazione della Sua situazione familiare particolarmente dolorosa si profilerebbe una situazione di mobbing familiare dove ricorre una violenza di natura psicologica in ambito familiare che consiste nell’umiliazione reiterata e nel minacciare incolpevolmente di far mancare al proprio figlio, oltretutto studente modello, i mezzi di assistenza ed il mantenimento a cui è obbligato il genitore, da tale contesto il passo verso la configurazione del reato di maltrattamento in famiglia è breve. Si richiama altresì una recente sentenza della Corte di Cassazione secondo cui caratterizza tale delitto una serie di atti lesivi dell’integrità fisica o della libertà o del decoro del soggetto passivo nei confronti del quale viene così posta in essere "una condotta di sopraffazione sistematica" tale da rendere particolarmente dolorosa la stessa convivenza, e l’elemento psichico si concretizza nella volontà del familiare agente di avvilire e sopraffare la vittima incidendo con atti di aggressione ripetuti nella sfera morale e materiale di quest’ultima, non rilevando che durante il lasso di tempo considerato siano riscontrabili nella condotta dell’agente periodi di normalità e di accordo con il soggetto passivo. Se pertanto la violenza verbale, nemmeno motivata da una condotta studentesca svogliata, anzi al contrario nuoce gravemente alla buona volontà del figlio/fratello di terminare gli studi intrapresi con grande profitto, Le consiglio di comunicare ai suoi familiari aggressori il suo disagio per lettera (anche spedita per posta senza busta così da non poter dire che non sapevano della sofferenza ingenerata) spiegando loro che non è lecito comportarsi in tal modo anzi che avrebbe titolo per richiedere il risarcimento economico dei danni morali gratuitamente arrecati ed arrecandi, dopodiché se nulla cambia nel loro comportamento, valuti seriamente l'idea di rendersi indipendente logisticamente pretendendo il mantenimento mediante bonifico nel suo conto corrente fino al suo inserimento lavorativo post laurea da parte dei suoi genitori anche rivolgendosi ad un avvocato senza dover subire più un solo insulto. In bocca al lupo! A disposizione, studiolegalechiera.

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