L'attacco è la miglior difesa?
Mi scuso innanzitutto se ripeto la domanda, ma non riesco a modificare la precedente come chiesto e quindi provo a riproporla con maggiori dettagli:
circa 5 anni fa' mi sono separato ed ho avuto dei problemi a pagare fornitori e socio occulto (alias tasse e stato).
Stavo per chiudere la mia ditta individuale, quando parlando con un mio cliente che fa' il commercialista, mi dice che i metodi per rimettersi in sesto ci sono e che mi avrebbe dato una mano per farlo.
Ci siamo accordati su un prezzo di consulenza sua e mia e l'accordo era io gli avrei corrisposto 1300/1500 all'anno e io gli avrei fatto una tariffa di favore sui miei interventi e girato quasi al costo il materiale (mi occupo di consulenza informatica) e a fine anno avremmo fatto i conti su quanto gli dovevo, precisando che comunque il materiale me lo avrebbe pagato alla consegna. quindi un acompensazione dei reciproci lavori.
ogni tanto gli avevo chiesto di fare due conti, ma mi diceva sempre: stai tranquillo poi ci mettiamo d'accordo.
In questi due anni, non so' come e con quali magheggi, sono riuscito a chiudere senza dover pagare tasse eccestto IVA e INPS.
Fortunatamente il mio lavoro si è ripreso e ho iniziato ad avere un buon giro di affari, e con il 2017 ho finalmente chiuso quasi 30K di debiti con i miei fornitori, e dal 2018 avrei iniziato a pagare anche gli arretrati di tasse.
in ottobre di quest'anno gli ho fornito un unità di backup (850€ di materiale venduta in media a 1100€) e come da accordi gli ho chiesto di pagarmelo.
di risposta mi ha presentato un conto di oltre 5500€ (ovvero 1800 all'anno + spese varie) ravvisandomi che poi ci sarebbero state altre spese accessorie sostenute.
A quel punto ho fatto anche io il resoconto della situazione dei miei interventi dicendogli che anche per i miei c'erano da valutare e considerare urgenze (in uno degli interventi ho mollato tutto per ripristinare un Cryptovirus sul server e 2 PC salvandogli 20 anni di dati in meno di 24H) e i fuori orario (dovevo andare da lui solo dalle 12.00 alle 14.00 per non fermare il lavoro).
Da qui il delirio più assoluto: ci siamo battibeccati via mail per quasi 2 settimane ogniuno convinto di essere nel giusto.
Non volendo rivivere l'esperienza disastrosa di divorzio (e i toni erano davvero identici a quelli avuti con la mia ex moglie) gli ho proposto di chiuderla li pareggiando lavoro reciproco e materiali forniti.
Niente da fare: lui convinto di avere più diritti e più ragione di me ha minacciatoe di rivolgersi ad avvocati per farsi pagare, velate minacce di "rettificare" le mie dichiarazioni dei redditi, etc. etc.
Io di tutta risposta gli ho fatto capire che se andassimo in giudizio mi sarei difeso anche andando ad indigare su come fossero stati "rettificate" le mie dichiarazioni (e magari anche di chi sa' quanti altri clienti) e che quindi sarebbe stato meglio chiuderla li, tanto alla fine entrambi ci abbiamo perso tempo, lui aveva un sistema di backup nuovo di zecca a gratis e io mi sarei pianto 850€.
Ancora nulla: vuole essere pagato il doppio del pattuito e continua adesso ad accusarmi che sono incompetente nel mio lavoro, che gli ho sempre fornito materiale scadente e fatto pagare troppo, etc. etc.
Io non voglio rogne e vorrei dimenticarmi dell'accaduto, ma a quanto pare ha completamente perso il senno e andremo in tribunale.
A questo punto mi conviene aspettare una sua mossa o rivolgermi io per primo ad un legale? Per fargli cosa alla fine: causa? citazione, solo una lettera ufficiale?
grazie a chiunque voglia darmi un consiglio.