L'ammalato ha il diritto di interrompere l'assunzione di farmaci dopo vari anni?
Il Medico dell'A.S.P. nonostante le contestazioni all'assunzione dei farmaci e/o psicofarmaci prescritti dallo stesso Medico continua ed esprime con insistenza e comunica la pretesa che le prescrizioni effettuate devono essere assunte anche in presenza di testimone.
Visto che la persona ammalata ha anche comunicato di aver notato all'inizio e durante vari mesi di assunzione contestata le anomalie al battito cardiaco con variazione in negativo e inoltre leggeva sul foglietto informativo del farmaco o psicofarmaco che può causare la morte improvvisa e il medico si ostina a ribadire che deve assumerle, in questo caso è possibile denunciare il medico e la ASP e almeno interrompere questa assunzione di psicofarmaci che comunque è da molto tempo e quindi nessun risultato migliore si riscontra e inoltre da ammalato credo che mi abbia peggiorato anche le condizioni del cuore provocando una importante variazione peggiorativa. Comunicano che in caso di non assunzione è possibile che sia sottoposto a T.S.O. e quindi credo debba intendersi come una minaccia. Sono seguito da questo dipartimento da circa 7 anni e nessun miglioramento si è visto anche con utilizzo degli altri psicofarmaci prescritti da altri medici. Quindi la persona ammalata ha il diritto di interrompere qualsiasi ulteriore prescrizione di farmaci e/o psicofarmaci in qualunque modo somministrati da parte dei Medici? Ha diritto al risarcimento del danno morale ed eventuale alla salute?