Da quando l'ho lasciato mi tormenta

Pur nella sommarietà della descrizione del fatto, penso sia possibile ipotizzare la condotta prevista e punita dall’art. 612-bis c.p., ossia gli “Atti persecutori” (c.d. “stalking”, per gli amanti degli stranierismi).
In questi casi, personalmente e salvo situazione di potenziale significativa pericolosità, preferisco sempre muovermi per gradi, giacché, spesso, le azioni dirette ad ostacolare i persecutori sortiscono l’effetto opposto al desiderato, ossia li eccitano anziché dissuaderli, e più sono marcate e più li eccitano.
Pertanto, generalmente, penso sia necessario partire da una normale “lettera di diffida”, che, oltre all’ingiunzione a cessare le condotte moleste, contenga anche l’enunciazione della conseguenze civili e penali delle stesse.
Se ciò non dovesse bastare, insieme o anteriormente alle querela, è possibile chiedere al Questore competente di emettere lui un’apposita lettera di diffida e ammonimento diretta al molestatore, e infine, se quest’ultimo si rivelasse particolarmente coriaceo, l’unica strada percorribile sarà quella di stimolare il P.M. affinché chieda al G.I.P. l’emissione delle idonee misure cautelari personali, a partire proprio da quella prevista dall’art. 281-ter c.p.p., ossia il “Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa”, introdotto appositamente pensando ai casi di persecuzione.

Avv. Gianluca Bergamaschi