Come far valere i miei diritti di accesso agli atti via telematica con PA?

Inviata da Patrizia Marconi. 26 lug 2022

Buonasera, vi contatto per un’informazione che si sta rivelando urgente in quanto credo di essere vittima di un palese illecito e abuso d'ufficio. Mesi fa o partecipato ad un bando per una cattedra universitaria, inviando la mia domanda corredata di pubblicazioni e titoli scientifici come richiesto da bando via PEC. Con ciò sono stato esclusa per il non raggiungimento del punteggio minimo (secondo la loro discrezionalità). Aldilà di questo, subito dopo ho chiesto l’accesso agli atti e di poter visionare il tutto via PEC, per non ricevere alcuna risposta dalla PA, anche dopo i trenta giorni previsti dalla legge. Faccio un piccolo appunto: il bando richiedeva:
1) Nel caso di invio via PEC tutta la documentazione deve essere inserita in un unico file allegato di dimensione massima di 50MB, pena esclusione dalla procedura selettiva
2) A mano presso l’ufficio protocollo della PA
3) A mezzo raccomandata con avviso di ricevimento
Da bando è esplicitamente richiesto di inviare la documentazione riguardante le pubblicazioni e i titoli scientifici in formato digitale (PDF/JPG) su supporto di memoria (CD/DVD/ USB).

A seguito di una loro mancata risposta ben oltre i trenta giorni ho scritto più volte per riuscire ad ottenere una risposta: ho ricevuto le sole schede con un punteggio finale, senza alcun iter valutativo mio e degli altri candidati ovviamente. A seguito di ciò ho ricevuto una telefonata da parte del Rettore che mi invitava a non andare avanti con le mie richieste e semmai di poter andare nella loro sede (altra Regione dalla mia) per visionare, in presenza, solamente parte della documentazione con questa scusa(queste sono circa le parole del Rettore) “Nel rispetto della privacy, non possiamo farla accedere ai criteri di valutazione e CV, l’unica cosa che è possibile visionare sono dei libri (pubblicazioni / titoli scientifici ecc.) che i candidati, differentemente da lei che ha inviato tutto il materiale via PEC, hanno inviato fisicamente in delle casse”. Detto questo, dopo la mia domanda sull’eventuale possibilità di visionare criteri di valutazione, curriculum vitae dei candidati ecc., la risposta è stata nuovamente negativa ed affermativa sul fatto che la mia unica modalità di visionare alcuni atti era solamente quella di recarmi nella loro sede e sfogliare alcuni libri spediti dai candidati, palesemente non riportati( vista le argomentazioni) nei relativi CV e non consentiti da bando, in quanto ogni documentazione riguardante i titoli scientifici doveva necessariamente, pena l’esclusione, essere presente anche in formato digitale (se non PEC su supporto di memoria CD/DVD/USB, spedito trmaite racocmandata).
Trascorsi mesi dalla mia prima richiesta di accesso agli atti, ho nuovamente rimandato la mia richiesta, ovvero quella di avere tutti gli atti inerenti i candidati in formato digitalizzato tramite PEC (scegliendo l’opzione di avere la scansione, oltre che dei vari documenti, la sola copia fronte/retro con codice ISBN dei libri presentati). Dopo altre telefonate l’amministrazione della PA, si è dapprima scusata per i ritardi, a detta loro, causati dai contagi Covid nella loro sede, per poi ritornare sulle loro posizioni ovvero che non esistono atti inerenti le valutazioni e non vi è alcuna possibilità di riceverli in formato digitalizzato via PEC, in quanto non obbligati a fornirli secondo la legge e che l’unica possibilità a me concessa è quella di presentarmi in sede e visionare i soli libri, sopracitati, dei vari candidati.
Con ciò, mi chiedo, è legale affermare di non avere un iter valutativo e di concedere al richiedente degli atti pubblici la sola consultazione di varie pubblicazioni fisiche e solamente nella loro sede? Il fatto che si siano negati alla mia richiesta formale per più dei trenta giorni e che i candidati non abbiano alcuna traccia digitale, come espressamente richiesta da bando è legale?
Esiste una normativa e/o legge che specifichi che tutto ciò è palesemente un illecito così che io possa inoltrarla alla PA, per far valere, se non i miei diritti, la mia richiesta?

Oltre al resto, la mia semplice volontà è quella di indurre a norma di legge la PA a digitalizzarmi gli atti da loro ''posseduti'' fisicamente, così che io possa consultarli via PEC.

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