Violenza sulle donne: i passi avanti da fare

Secondo i dati dell’Istat, nel 2017, sono state 2018 le sentenze definitive per violenza sessuale in Italia.

8 AGO 2019 · Tempo di lettura: min.
Violenza sulle donne: i passi avanti da fare

Non sempre le sentenze dei tribunali hanno permesso di compiere passi in avanti nel riconoscimento e nella lotta contro la violenza di genere.

Quando si utilizza il termine “violenza sulle donne” si cerca di includere tutta una serie di reati commessi nei confronti del genere femminile, dal cosiddetto “femminicidio” fino al reato di violenza sessuale. Secondo i dati dell’Istat, ad esempio, nel 2017, sono state 2018 le sentenze definitive per violenza sessuale in Italia.

Esiste una definizione giuridica della violenza sulle donne? La dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne, risalente al 1993, la definisce come “qualsiasi atto di violenza di genere che provoca o possa provocare danni fisici, sessuali o psicologici alle donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella vita pubblica o privata”.

Diversi anni più tardi, nel 2011, la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, la denominata “Convenzione di Istanbul”, ha sancito, nell’articolo 3, che “con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata”. L’Italia, come molti altri stati, ha approvato e ratificato questa convenzione, convertendola in legge il 19 giugno 2013.

A livello giurisprudenziale, sono state tante le sentenze negli ultimi anni che hanno permesso di fare passi in avanti sul tema ma molte anche quelle che sono state duramente criticate dall’opinione pubblica. Una delle decisioni che più hanno fatto scalpore negli ultimi tempi, poi annullata fortunatamente dalla Corte di Cassazione, è stata quella in cui due giovani, imputati per violenza sessuale, erano stati assolti dalla Corte d'Appello di Ancona perché la vittima era brutta: “la ragazza neppure piaceva, tanto da averne registrato il numero di cellulare sul proprio telefonino con il nominativo 'Vikingo' con allusione a una personalità tutt'altro che femminile quanto piuttosto mascolina”. "L'aspetto fisico della vittima è irrilevante" avevano poi ribattuto i giudici della Corte di Cassazione.

Altrettanto scalpore aveva causato anche il l'uccisione di Olga Mattei da parte dell’uomo con cui aveva una relazione, in cui la Corte di appello di Bologna aveva riconosciuto la gelosia come un’attenuante, affermando, di conseguenza, che l’imputato era stato colpito da una “soverchiante tempesta emotiva e passionale”.

Nel frattempo, esistono anche buone notizie in merito. La Corte di Cassazione, nella sentenza 43103/2017, ad esempio, ha confermato che “la previsione di cui all’art. 299, co. 3, c.p.p., non riguarda tutti i reati commessi con violenza (fisica o morale), ma solo quelli rientranti nell’ambito dei reati definibili come atti di violenza di genere”.

Se vuoi ricevere maggiori informazioni sul tema, puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in violenza domestica.

avvocati
Linkedin
Scritto da

StudiLegali.com

Lascia un commento

ultimi articoli su attualità