Sfratto: se non si usa la casa si deve risarcire l'inquilino

Si può sfrattare per usare l'immobile ma non lo si può lasciar vuoto, lo stabilisce la legge e lo ribadisce la Corte di Cassazione che ha previsto un risarcimento per l'inquilino sfrattato.

23 DIC 2013 · Tempo di lettura: min.
Lo sfratto per uso proprio è consentito solo se l'immobile viene usato.

Smantella un po' di certezze la Sentenza della Cassazione 28469/2013, nella quale viene riconosciuto il diritto al risarcimento all'inquilino se l'immobile che si esige per uso proprio non viene occupato in tempi ragionevoli o per la causa che ha provocato lo sfratto.

Nella fattispecie, la sentenza riguarda il caso di un inquilino che si era trovato a dover lasciare l'appartamento adibito a studio legale, ove la ragione che il proprietario aveva dichiarato era di averne bisogno per il figlio.

Il caso

L'ex inquilino, nonché avvocato, si era reso conto che, dopo anni dal trasloco, l'abitazione non era stata occupata. Aveva così deciso di fare ricorso al tribunale di Parma ai sensi dell'articolo 31 della legge del 27 luglio 1978, nº392 chiedendo il risarcimento del danno.

La norma di legge

La norma infatti prevede che un locatore, il quale pretende un'immobile per uso di un coniuge o un parente sino al secondo grado di linea diretta, deve occuparlo entro sei mesi dalla data del rilascio, pena la condanna a risarcire l'inquilino delle spese di trasloco o al ripristino del precedente contratto.

È un caso raro questo poiché, nonostante la legislazione esista da molto tempo, non sono frequenti i ricorsi in materia a causa della mancata conoscenza dei cittadini di questa norma o della cattiva interpretazione che se ne è fatta fin'ora. Ergo se si incappa in questa situazione, un buon avvocato civilista troverà nella sentenza della Cassazione un buon appiglio.

I lavori di ristrutturazione non sono una scusa

Non è valsa a niente la scusa dei lavori di ristrutturazione protrattisi a lungo poiché la liberazione dell'immobile non era stata ottenuta a quello scopo.

Il proprietario dell'immobile dovrà quindi pagare 5200 euro di spese, questa la fine della vicenda stabilita dalla Cassazione.

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Scritto da

Manuela Pirrone

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