Risparmiare: una scelta non sempre economicamente vantaggiosa.

In una recente pronuncia la Corte di Cassazione ha ritenuto che il tenore di vita modesto e la forte capacità di risparmio non sono sufficienti per bloccare l'accertamento del Fisco.

9 APR 2020 · Tempo di lettura: min.
Risparmiare: una scelta non sempre economicamente vantaggiosa.

In una recente pronuncia la Corte di Cassazione ha ritenuto che il tenore di vita modesto e la forte capacità di risparmio non sono sufficienti per bloccare l'accertamento del Fisco.

Protagonista della vicenda è una donna, dipendente della Pubblica Amministrazione, che all'improvviso acquista un immobile: l'operazione, di oltre 430.000,00 euro, insospettisce il Fisco.

Scatta, così, l'avviso di accertamento sintetico del reddito ai fini Irpef per l'anno di imposta 2007, contestato dalla donna ma ritenuto legittimo dai Giudici tributari della Commissione regionale.

In particolare, in secondo grado viene affermato che correttamente l'amministrazione ha rideterminato il reddito della contribuente alla luce dell'acquisto effettuato nel 2009. Inoltre, viene osservato che le notizie fornite dalla contribuente in ordine alla propria capacità reddituale hanno evidenziato redditi troppo bassi per consolidare risparmi tali da consentire l'ingente esborso per l'acquisto.

La donna ricorre in Cassazione, sostenendo di aver prodotto ampia documentazione, da cui sarebbero risultati tutti i redditi percepiti negli anni e l'elevata capacità di risparmio, elementi - a proprio avviso - sufficienti per ritenere illegittimo l'accertamento operato dall'Agenzia delle Entrate.

Tale tesi non convince, però, i Giudici della Corte che, invece, ritengono condivisibile la valutazione compiuta dai Giudici tributari regionali.

Ad avviso della Corte, i Giudici di secondo grado hanno esaminato la documentazione prodotta dalla contribuente e giustamente l'hanno ritenuta non idonea a dimostrare che le somme utilizzate per gli investimenti immobiliari provenissero dai risparmi degli anni precedenti: gli estratti dei conti correnti si riferivano ad un brevissimo periodo di tempo e le notizie fornite dalla contribuente in ordine alla propria capacità reddituale evidenziavano redditi troppo bassi per giustificare una spesa di 430.000,00 euro.

Scritto da

Studio legale Avv. Giulio Mario Guffanti

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